Chissà cosa avrebbe detto Leonardo a Rosetta Borchia e Olivia Nesci, le due studiose che, dopo 4 anni di ricerche, hanno finalmente trovato la chiave per "criptare" i paesaggi raffigurati alle spalle della Gioconda. Tanti si sono interrogati sull'identità della donna raffigurata dal Maestro, ma nessuno si era chiesto a quale parte del mondo appartenessero le montagne, le pianure e i fiumi alle spalle della Monna Lisa.
Le 144 pagine del "Codice P, atlante illustrato del reale paesaggio della Gioconda" uniscono i tasselli per svelare il mistero. La donna ritratta da Leonardo era un' urbinate, proprio come le ricercatrici che hanno condotto questo studio. "Dopo 500 anni, mentre tu cerchi un paesaggio di Piero della Francesca e ti chiedi cosa centra con la Monna Lisa toscana, scopri che chi cerca l'identità del ritratto è di Urbino. Allora ci ha cercato lei", sottolinea la pittrice e fotografa Rosetta Borchia, "Non c'è nulla di scientifico in quello che dico. Però ci piace dire che la Pacifica ci ha cercato".
La storia di Pacifica Brandani è narrata nel libro "Mona Lisa a Dio", in uscita lunedì prossimo in libreria. Il lavoro dell'autore, il romano Roberto Zapperi, si è così incrociato con le due ricercatrici del paesaggio. Secondo Zapperi la dama - amante di Giuliano de' Medici morta dando alla luce il figlio - sarebbe stata ritratta da Leonardo su commissione di Giuliano, un ritratto donato al bimbo per ricordare il volto della sua mamma. Tutto coinciderebbe perché secondo Rosetta Borchia e Olivia Nesci alla destra del quadro, alle spalle di Pacifica, sarebbero raffigurati la vallata del Senatello, il monte Aquilone, Casteldelci, il Massiccio del Fumaiolo ed i Sassi Simone e Simoncello. La password d'accesso per svelare l'identità di questi paesaggi risponde al nome della "compressione". Una tecnica che il Maestro avrebbe utilizzato per "schiacciare" il grande territorio del Ducato di Urbino. La scoperta è avvenuta in una biblioteca di Civitanova, in un libro di storia dell'arte, in cui le due ricercatrici hanno riconosciuto il Codice Rundel nel ponte del Senatello. Ricerche a Londra, ricostruzioni virtuali, disegni, cartografie, hanno permesso così di continuare e svelare i codici di Leonardo.
"Studi preparatori forse fatti non per la Gioconda ma che servivano per i suoi studi sul territorio, sulle acque. Lui ha scritto cose straordinarie ad esempio sull'erosine fluviale."- continua la geomorfologa Olivia Nesci -- "Leonardo era un po' fissato con i laghi. Il lago nello sfondo a destra,sotto il monte Aquilone, è un lago che esisteva davvero, adesso non c'è più. Insomma, c'era dietro uno studio tecnico. Che poi lui abbia usato questi disegni preparatori per la Gioconda è perché doveva raffigurare il Ducato di Urbino ed i disegni li aveva gia'pronti".
ll libro "Codice P" arricchisce ulteriormente di fama il territorio e il progetto Montefeltro Vedute Rinascimentali. Lo scorso 23 giugno è stato inaugurato il primo scorcio per i punti di osservazione di Piero della Francesca. In questo viaggio di scoperta così, si aggiunge un nuovo tassello virtuale, quello del "balcone di Monna Lisa". Ora sappiamo che dietro alla Gioconda del Grande Leonardo si possono ammirare splendide vedute della Toscana, Marche ed Emilia Romagna.