Ruoppolo Teleacras - Arrestate '' vittime della mafia ''

Bestiacane 2012-12-13

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Il servizio di Angelo Ruoppolo Teleacras Agrigento ( http://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ) del 15 luglio 2008. Blitz antimafia " Face off " dei Carabinieri, la Squadra mobile agrigentina e la Direzione distrettuale antimafia di Palermo. 7 arresti tra Bivona e Favara (per il video seleziona Alta qualità in basso a destra dello schermo).
Ecco il testo:
Eccoli qui', nella fotografia. Sono due camion bruciati. Il proprietario e' un imprenditore di Bivona, Ignazio Cutro'. Il fuoco risale al 23 novembre del 2006. Cutro' lavora a Bivona. L'appalto e' del Comune. E lui subisce l'attentato. I Carabinieri della Compagnia di Cammarata, capitanati da lui, Giuseppe Asti, indagano, intercettano, registrano e scoprono il velo sul presunto clan egemone della Bassa Quisquina. Loro, gli arrestati, avrebbero imperversato tra Santo Stefano di Quisquina, Bivona, Cianciana ed Alessandria della Rocca. Il monopolio del mercato del calcestruzzo, gli appalti pilotati, i sub appalti e l'imposizione di manodopera. Il capitano Asti sottolinea: ''nemmeno una sola briciola di appalti pubblici nella zona sarebbe sfuggita all'attenzione del clan''. Il comandante provinciale dei Carabinieri, Mario Di Iulio, e lo stesso Giuseppe Asti, citano, ad esempio, l'Istituto per Geometri di Bivona, 11 milioni di euro di appalto bandito dalla Provincia di Agrigento, ed altri appalti banditi dal Comune di Bivona, come l'ampliamento del Liceo classico ''Pirandello'' o il recupero della via Lorenzo Panepinto per costruire un Centro ricreativo ''. Il mandamento della Bassa Quisquina sarebbe stato capeggiato da lui, Vincenzo Ferranti, 76 anni, di Bivona, inchiodato anche dalle dichiarazioni dei pentiti Maurizio Di Gati di Racalmuto e Pasquale Salemi di Porto Empedocle. Poi, in manette, i bivonesi Domenico Parisi, 37 anni, e Giovanni Favata, 68 anni. Poi una sorpresa: in carcere anche i fratelli di Bivona Luigi Panepinto, 41 anni, Marcello Panepinto, 33 anni, e Maurizio Panepinto, 36 anni. Tre arresti sorprendenti perche' nel 1994 i tre Panepinto, titolari di un impianto di calcestruzzo, sono stati ritenuti e trattati da vittime della mafia. Il 30 maggio del 94 e' stato ucciso il padre, Ignazio Panepinto, pochi mesi dopo, il 19 settembre, e' morto ammazzato anche lo zio, Calogero. L'impianto di calcestruzzo e' stato posto sotto tutela e lui, Luigi Panepinto, e' stato scortato dai Carabinieri. Poi la scorta e' stata revocata perche' Panepinto si sarebbe mosso piu' volte da solo. Ed i Carabinieri si sono incrociati con i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento, agli ordini di Salvatore Montemagno, che oggi hanno arrestato due presunti favoreggiatori della latitanza di Maurizio Di Gati a Favara. Il primo e' lui, Enzo Quaranta, 38 anni, di Favara. Il secondo, anche lui di Favara, e' Rosario Pompeo, 40 anni, al momento pero' irreperibile e ricercato. L'inchiesta si e' avvalsa anche delle dichiarazioni del pentito Maurizio Di Gati, ed ha squarciato il sipario, fino ad oggi polveroso, del mandamento mafioso della Bassa Quisquina.

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