http://www.pupia.tv - Napoli - Ne ha attraversate di battaglie il Trittico della Passione del Museo Capodimonte di Napoli. Ladislao D'Angio Durazzo, il re guerriero, nell'Alto Medioevo lo portava con sé sui campi militari. Serviva a dare conforto ai soldati, poi era lo scontro con le truppe del Papa. Fino a poco tempo fa i segni del tempo e di quelle battaglie, oltre a una spessa coltre di polvere, pittura e cera, lo ricoprivano. Oggi invece l'alabastro di cui è fatto risplende, quasi come se fosse appena uscito dalla bottega di Nottingham dove nel XVI secolo fu forgiato. Tutto grazie all'intervento di restauro, quasi ultimato, promosso da 'Restituzioni', la campagna biennale per il recupero del patrimonio artistico italiano finanziato dalla Banca Intesa San Paolo. Il progetto, arrivato alla sedicesima edizione, è costato 40 mila euro solo per il Trittico di Capodimonte. Ma l'investimento della banca in questo settore è ben superiore. Sono 600 mila gli euro investiti per i restauri, 200 mila in più rispetto all'edizione scorsa di 'Restituzioni'. E non finisce qui. Il restauro del Trittico, tutt'ora in corso, può essere ammirato in visite guidate al museo e, dal 22 marzo al 9 luglio, sarà invece il momento della mostra dedicata a tutti i restauri. L'appuntamento è in due sedi napoletane: proprio il Museo di Capodimonte e le Gallerie d'Italia a palazzo Zevallos Stigliano, come conferma il soprintendente del Polo museale di Napoli, Fabrizio Vona. (24.11.12)