Ruoppolo Teleacras - Tempio
Bestiacane
2012-11-01
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Angelo Ruoppolo Teleacras Agrigento ( http://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ), ospite di "Domenica è sempre domenica", con Egidio Terrana ed Elettra Curto, in onda su Teleacras, scrive e recita la poesia "Tempio", un omaggio - saluto al Tempio della Concordia, nella Valle dei Templi di Agrigento. E' il 7 novembre 2010.
Ecco il testo:
Tempio, il tufo delle tue colonne respira da una eternita'.
E' stato pietra del mare, e i gusci delle conchiglie tra la massa rocciosa ascoltano da millenni.
Tempio, infuocato dal sole e raggelato da piu' di 500 estati ed inverni prima della nascita di Cristo.
E tu Tempio agrigentino sei stato testimone anche della Croce sollevata sul Calvario.
Dai Greci ai Romani, i Bizantini, gli Arabi e i Normanni. E tu Tempio di Akragas hai cavalcato secoli e civilta'.
Osservato da migliaia di uomini vivi e poi morti, divorati dal corso del tempo.
Penso all'uomo del 300, il 500, il 1200, il 1600, Medioevo, Rinascimento, Risorgimento, che tu hai conosciuto, e lui uomo che ha conosciuto te.
Il brivido a pensare quante vite, come candele di cera che si consumano, si sono sedute sul tuo tufo.
Penso ad una foto in bianco e nero di Luigi Pirandello.
Pensandoti eterno, come in verita' lo sei eterno, Tempio, silenzioso testimone di una infinita onda di eventi.
Dalle guerre puniche alle crociate, dalle rivoluzioni alle guerre mondiali. Eserciti, soldati, cavalieri erranti e paladini. E tu, Tempio, hai respirato tutto cio', da una eternita'.
Ai piedi del Tempio, uomo, da 2mila e 500 anni sei attratto come da una calamita, da un vortice di pensieri, che ti avvolge e ti costringe al silenzio.
Il senso dell'isolamento dal pianeta che ti circonda e ruota da una eternita'.
Poi pensi che il Tempio e' cuore del moto terrestre e dell' umanita' , patrimonio dell' umanita', la stessa che vive, trascorre e muore.
Ed al Tempio scrivi il tuo testamento, perche' lui e' eterno, e la massa rocciosa del suo tufo sara' custode del tuo pensiero, uomo agrigentino, goccia di vita nel mare dell'eternita' sotto la Valle dei Templi.
Ecco il testo:
Tempio, il tufo delle tue colonne respira da una eternita'.
E' stato pietra del mare, e i gusci delle conchiglie tra la massa rocciosa ascoltano da millenni.
Tempio, infuocato dal sole e raggelato da piu' di 500 estati ed inverni prima della nascita di Cristo.
E tu Tempio agrigentino sei stato testimone anche della Croce sollevata sul Calvario.
Dai Greci ai Romani, i Bizantini, gli Arabi e i Normanni. E tu Tempio di Akragas hai cavalcato secoli e civilta'.
Osservato da migliaia di uomini vivi e poi morti, divorati dal corso del tempo.
Penso all'uomo del 300, il 500, il 1200, il 1600, Medioevo, Rinascimento, Risorgimento, che tu hai conosciuto, e lui uomo che ha conosciuto te.
Il brivido a pensare quante vite, come candele di cera che si consumano, si sono sedute sul tuo tufo.
Penso ad una foto in bianco e nero di Luigi Pirandello.
Pensandoti eterno, come in verita' lo sei eterno, Tempio, silenzioso testimone di una infinita onda di eventi.
Dalle guerre puniche alle crociate, dalle rivoluzioni alle guerre mondiali. Eserciti, soldati, cavalieri erranti e paladini. E tu, Tempio, hai respirato tutto cio', da una eternita'.
Ai piedi del Tempio, uomo, da 2mila e 500 anni sei attratto come da una calamita, da un vortice di pensieri, che ti avvolge e ti costringe al silenzio.
Il senso dell'isolamento dal pianeta che ti circonda e ruota da una eternita'.
Poi pensi che il Tempio e' cuore del moto terrestre e dell' umanita' , patrimonio dell' umanita', la stessa che vive, trascorre e muore.
Ed al Tempio scrivi il tuo testamento, perche' lui e' eterno, e la massa rocciosa del suo tufo sara' custode del tuo pensiero, uomo agrigentino, goccia di vita nel mare dell'eternita' sotto la Valle dei Templi.
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