Ruoppolo Teleacras - Lampedusa in fiamme

Bestiacane 2012-10-19

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I servizi di Angelo Ruoppolo ( https://www.facebook.com/#!/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538 ) Teleacras Agrigento del 19 e 21 febbraio 2009. Lampedusa, la rivolta, gli scontri e le fiamme nel Centro d'accoglienza. Il Governo conferma i rimpatri diretti. Trasferiti centinaia di migranti. L'intervento del Prefetto, Umberto Postiglione. L'arresto dei presunti responsabili della sommossa e l'udienza di convalida al Tribunale di Agrigento.
Ecco il testo:
Lampedusa come un girone infernale. Dal Centro dAccoglienza si solleva ancora il fumo dalle macerie. Il fuoco e le rovine. Come se la profezia dei lampedusani si fosse avverata. Prima o poi accadrà il peggio . E così è stato. Più di 800 tunisini hanno resistito per decine di giorni. Chiusi dentro in attesa del rimpatrio. Poi lo sciopero della fame di alcuni. Altri invece sospendono la protesta. Si scatena una rissa. Poi il caos. La guerriglia con le Forze dellordine. Poi le fiamme, appiccate dai clandestini, alte anche più di 10 metri. L'intervento dei Vigili del fuoco. 78 i feriti, 56 migranti e 22 tra poliziotti e carabinieri. 20 extracomunitari arrestati. Il sindaco Dino De Rubeis commenta: "un disastro annunciato. Il Ministro Maroni si dimetta". Da parte del Governo nessuna marcia indietro. Parole d'ordine: "rimpatri diretti da Lampedusa". Maroni ripete: "chi sbarca sull' isola sarà rimpatriato dall' isola". Adesso il Centro è per almeno metà degli alloggi impraticabile, ed è presidiato dalla Polizia. Il questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio, assicura: "è tutto sotto controllo". A Lampedusa sono atterrati gli aerei dell'aeronautica militare. Centinaia di migranti sono stati trasferiti in altre località italiane. Le immagini della rivolta sono state registrate dalla Polizia scientifica. Il video è nelle mani della Squadra mobile di Agrigento. La dinamica di quanto accaduto è confermata: più di cento clandestini lanciano oggetti contro poliziotti e carabinieri. Tentano di sfondare il cancello. Gli agenti, riparati dagli scudi, avanzano lentamente contro i rivoltosi. Poi lanciano gas lacrimogeni. Nel frattempo, ecco il fumo, fuori da due finestre al primo piano. L'incendio. Il putiferio. L'intervento del Prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione..........
Eccoli. A Porto Empedocle. Ancora in mare. Verso la banchina. Hanno viaggiato lungo il Canale di Sicilia. Da Lampedusa verso la costa agrigentina. Non da clandestini. Loro sono in attesa di giudizio. La nave di linea della Siremar, la "Palladio". Poi il trasferimento al carcere "Petrusa" di Agrigento. Questa mattina l'udienza di convalida dell'arresto. Innanzi al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento. Sono 18 e sarebbero i presunti devastatori, che risponderanno del reato di devastazione, che è punito dall'articolo 419 del codice penale, e che è lo stesso, ad esempio, che è stato contestato alle decine di imputati per i disordini del G8 di Genova. Loro, invece, i 18 extracomunitari nord africani, sarebbero i responsabili dello sconquasso del Centro daccoglienza di Lampedusa, a ferro e fuoco nella tarda mattinata di mercoledì scorso. Non solo devastazione, anche danneggiamenti, minacce e resistenza. I 18 sarebbero incastrati, tra l'altro, dalle testimonianze di altri compagni e dalle immagini della sommossa registrate dalla Polizia scientifica e poi consegnate alla Squadra mobile di Agrigento. Il Centro come una polveriera. Un tizzone ardente. Una dinamite. Più di 800 tunisini stipati dentro. In attesa del rimpatrio. Giorni e settimane. Poi la tensione. Lo sciopero della fame. Altri invece hanno sospeso la protesta. La rissa. L'intervento di Polizia e Carabinieri. La guerriglia. Lanci e lacrimogeni. Poi l'incendio. Fiamme violente, tanto che adesso il 50 per cento degli alloggi è impraticabile. 78 i feriti, 56 migranti e 22 agenti. 11 fermi di Polizia e 7 arresti in flagranza di reato. Il difensore degli 11 è l'avvocato Gianfranco Pilato. Il Giudice per le indagini preliminari, Luisa Turco, ha convalidato il fermo per tutti gli 11. Sono tunisini, nati tra l82 ed il 90. Adesso uno è detenuto al "Petrusa" di Agrigento e gli altri 10 al Pagliarelli di Palermo. Il Gip Stefano Zammuto ha invece convalidato l'arresto degli altri 7 ammanettati in flagranza di reato. Il loro difensore è l'avvocato Giovanni Vinciguerra.

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