http://www.pupia.tv - Napoli - "Vivere l'Anno della Fede significa immergerci maggiormente e camminare con rinnovato entusiasmo nelle spirito del Giubileo e affrontare con la forza della fede, della speranza, e della carità i molti e complessi problemi che si incontrano nella vita quotidiana". Lo ha detto l'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe durante l'omelia per la celebrazione dell'Anno della Fede indetto da Papa Benedetto XVI, anche a ricordo del 50 anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II e del 20 anniversario della pubblicazione del catechismo della Chiesa cattolica. L'Arcivescovo di Napoli, rivolgendosi ai vescovi ausiliari, ai sacerdoti, ai diaconi e ai fedeli ha ricordato come "la fede che non si fa opera e non si incarna nella carità e nella solidarietà verso tutti, non è una vera fede. E' -- ha aggiunto -- una fede morta perché chiude le porte della speranza e della vita". Un cammino di fede che, ha ricordato Sepe, la Chiesa di Napoli ha iniziato nel 2008 quando -- ha detto -- "ho elaborato un piano pastorale poggiato su tre pilastri: comunicare la fede, educare alla fede, vivere la fede proposti -- ha spiegato -- come momenti imprescindibili dell'evangelizzazione e della nostra pastorale di incarnazione". Un cammino che è proseguito con "l'incarnazione" nel Giubileo per Napoli in cui la Chiesa di Napoli "si è fatta missionaria sul territorio". "Con il Giubileo -- ha proseguito il cardinale -- abbiamo aperto le porte del cuore della Diocesi invitando tutti a incontrare Cristo attraverso l'assunzione delle proprie responsabilità ". Il cardinale ha sottolineato come vivere la fede richieda "autentica e rinnovata conversione, una coraggiosa purificazione, un rinnovamento profondo del nostro pensare e del nostro agire sia individuale che collettivo sia interiore che esteriore". Da Sepe il monito a una coscienza "più autentica, più matura, più completa del nostro essere parte di una comunità ecclesiale e civile". (12.10.12)