Secondo le prime ricostruzioni fatte dai carabinieri, che indagano sull’omicidio, l'auto di Gaetano De Marco sarebbe stata affiancata da una moto di grossa cilindrata, con a bordo due persone con il casco. Dopo avere fatto inversione i due lo hanno affiancato ed hanno cominciato a sparare con una pistola. De Marco, raggiunto da numerosi colpi, è morto sul colpo. Nessuno è stato in grado di fornire particolari sugli assassini. Sono state trovate sia la moto che la pistola usate per uccidere Gaetano De Marco stamattina a San Lorenzo del Vallo. Tanto il veicolo quanto l'arma, una 9x21, sono state bruciate dai sicari e abbandonate a poche centinaia di metri dal luogo dell'agguato mortale a De Marco. Il procuratore della Repubblica di Castrovillari che sta guidando le indagini, Franco Giacomantonio, ha commentato con amarezza e durezza quanto successo: "Non c'e' limite alla ferocia dell'uomo. Ci si puo' aspettare di tutto". A parere del magistrato era state assunte tutte le misure necessarie per proteggere De Marco, lo scorso 17 febbraio miracolosamente scampato a una missione di morte durante la quale, invece, erano state barbaramente uccise la moglie e la figlia. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, coordinati dalla Procura antimafia di Catanzaro, sia il duplice omicidio del 17 febbraio che l'agguato di stamattina, sono la vendetta all'omicidio di Domenico Presta, il ventiduenne figlio del boss latitante Franco, ucciso il 17 gennaio a Spezzano Albanese, al culmine di una banale lite, dal commerciante Aldo De Marco, fratello di Gaetano. A questo punto, dopo la terza vittima, la vendetta dovrebbe essere conclusa, ma il procuratore Giacomantonio non si sbilancia. Ultimo aggiornamento h 11:40
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