26 fermi sono stati emessi dalla Dda di Reggio Calabria nei confronti di altrettanti presunti affiliati alle cosche dei Tegano e Labate accusati di associazione mafiosa. La squadra mobile reggina in collaborazione con lo Sco di Roma sta dando corso all'esecuzione dei provvedimenti nel corso di una vasta operazione che ha portato inoltre a numerose perquisizioni. L'operazione e' stata denominata in codice "Archi" per confermare la centralità di questo rione cittadino nel contesto della malavita organizzata di Reggio Calabria. Gli arrestati sono elementi di vertice delle cosche Tegano e Labate, entrati in un'indagine della polizia che si e' avvalsa della collaborazione di pentiti, da riscontri e da attività di intelligence. L'operazione "Archi", sostiene il capo della Squadra mobile Renato Cortese, e' un'indagine gemella a quella denominata "Crimine" che aveva disarticolato gli assetti verticistici della malavita organizzata della provincia reggina. Gli arresti di questa mattina dimostrano come il famigerato rione Archi, che nella seconda guerra di 'ndrangheta e' stato al centro dello scontro tra destefaniani e condelliani, con decine di morti, non ha mai smesso di essere il quartiere generale di tutte le 'ndrine che operano a Reggio Calabria e nel suo hinterland. Tra le persone destinatarie dei 26 provvedimenti di fermo, figura anche Giuseppe Rocco Giovanni Rechichi, 53 anni, imprenditore, socio privato della societa' Multiservizi che fa capo per il 51% del capitale al comune di Reggio Calabria. Rechichi e' accusato, insieme con gli altri fermati, di associazione per delinquere di stampo mafioso. Video inserito h 13:15
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