Una tangente del 3% era stata imposta sui lavori della Salerno - Reggio Calabria; a decidere chi doveva attingere al pizzo era il boss di Rosarno, Umberto Bellocco. C’era anche la motivazione del pagamento: una polizza delle aziende per assicurarsi la “Sicurezza sui cantieri” dell’A3. È ciò che è emerso dalle carte dell’indagine “Cosa mia” della Procura di Reggio Calabria, su cui sarà richiesto il rinvio a giudizio per i vertici dei clan Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano e per i Bruzzise-Parrello del “locale” di Barritteri e Seminara.
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