http://www.donna10.it/manovra-finanziaria-2011-pensioni-le-donne-ancora-danneggiate-9527.html Il 30 giugno 2011 è stato finalmente approvato il decreto legge adibito alla stabilizzazione finanziaria, altrimenti detto manovra economica. Berlusconi ha definito il provvedimento "di buon senso", poiché non intende impattare violentemente sullo stile di vita dei cittadini, bensì intende introdurre graduali modificazioni. Che il sistema fiscale italiano fosse "tutto da rifare" era chiaro in primis ai cittadini che, in un periodo di forte crisi economica mondiale, spesso non riuscivano ad arrivare agilmente alla fine del mese o che, braccati dall'implacabile Equitalia, rischiavano seriamente di perdere i propri averi e ciò per cui avevano sudato una vita. Rivoluzionare il sistema economico italiano è indubbiamente complesso. Vediamo quali sono i punti forti e quelli più discutibili della manovra economica 2011 promossa da Giulio Tremonti. Sicuramente positivi risultano l'aumento dell'imposta di bollo per vetture con cilindrata superiore ai 225 KW e la cosiddetta "stretta sui dipendenti pubblici", ossia un controllo immediato sui dipendenti pubblici in malattia, atto a scongiurare assenze ingiustificate nel settore del pubblico impiego. E d'altra parte, dopo i recenti exploit di Brunetta, non è un novità che il governo voglia puntare proprio nell'uniformare pubblico e privato. Addio quindi a professori che inspiegabilmente non si presentano all'università nei giorni previsti per i ricevimenti o agli impiegati che appendono un cartello alla porta con scritto "Torno subito", ripresentandosi ore dopo con i sacchetti della spesa, indifferenti ai bisogni dei cittadini! O almeno, ci auguriamo che si vada in questa direzione... Altro elemento interessante è la decurtazione del finanziamento pubblico ai partiti: un 10% di soldi in meno degli italiani per il sostegno dei tanti partitelli, spesso senza arte né parte, che cercano il consenso dell'elettorato. Inoltre, gli stipendi dei parlamentari saranno equiparati a quelli degli altri esponenti politici europei. Sarebbe da vedere a quanto ammonta lo stipendio di un parlamentare europeo! Ma siamo abbastanza certi che non guadagni 1000 euro al mese! Il punto maggiormente discutibile della manovra, soprattutto nell'interesse della donna lavoratrice, è l'innalzamento dell'età pensionistica delle donne, che, seppur con gradualità, vedrà, nel 2030, le donne lavoratrici in ambito privato dover lavorare sino alle veneranda età di 65 anni! Dal 2012, il requisito di 60 anni per le lavoratrici autonome verrà incrementato di un anno. In pratica, il graduale innalzamento sarà così definito: un anno per ogni biennio a partire dal 2012-2013, sino ad arrivare alla soglia di 65 anni per il 2020. I provvedimenti previsti dalla manovra sono molti e tutti ritenuti dai promulgatori del provvedimento molto efficaci; c'era, perciò, l'impellente bisogno di penalizzare ulteriormente le donne? La donna italiana, oltre ad essere madre, donna di casa e lavoratrice allo stesso tempo, deve anche vedersi detrarre anni di meritato riposo? E' davvero necessario che le donne lavorino fino in età avanzata, al fine di pareggiare i conti pubblici disastrati del nostro Belpaese? Di certo, come riconosciuto in apertura di articolo, una manovra finanziaria efficace nel nostro paese è molto ardua, ma perché a rimetterci devono essere le sempre più indipendenti ed indaffarate donne?