http://www.donna10.it/rifiuti-napoli-2011-la-monnezza-nessuno-la-vuole-ma-chi-la-dovrebbe-prendere-9036.html De Magistris si è appena insediato sulla poltrona rossa di Sindaco e già si trova ad affrontare la più terribile delle piaghe napoletane: la monnezza. E' chiaro che il sistema di smaltimento del capoluogo campano non funzioni a dovere; è altrettanto chiaro che le promesse di Berlusconi non sono servite ad alcunché e la gente è sempre più frustrata per le diecimila tonnellate di rifiuti che affollano le strade di Napoli. Avete presente cosa significa una mole così alta di rifiuti in ogni dove? Significa emergenza sanitaria, invivibilità, non civiltà. E la responsabilità di chi è? Del governo? Della giunta comunale? Della Provincia? I cittadini, certo, non sono nella ragione quando appiccano il fuoco ai sacchetti di plastica, peggiorando la situazione perché viene liberata la diossina, però è anche vero che in una tale tragedia umanitaria, direi, dove se li dovrebbero mettere gli infiniti sacchi di spazzatura? De Magistris, coerentemente con la sua battaglia ecologica, ha detto un secco no ai termovalorizzatori. E, direte, la popolazione napoletana sarà felice della notizia. Non molto, invece, perché De Magistris è stato costretto dall'emergenza e designare delle zone di stoccaggio nelle quali, però, i rifiuti non sarebbero dovuti rimanere più di 72 ore. Due ad Acerra e uno a Caivano. Il problema qual'é: nessuno vuole la spazzatura di Napoli. Il sindaco di Caivano, Falco, ha ostacolato l'arrivo dei camion nella zona industriale ed i cittadini hanno mostrato rabbia. Nessuno vuole la monnezza vicino casa. Ed è comprensibile. Visto che a Napoli le 72 ore si trasformano in settimane! Il problema è anche governativo: la Lega non vuole assolutamente che i rifiuti vengano trasferiti al Nord! Della serie, se Napoli è allo sfascio, a noi che ci importa? Un po la forma mentis del Carroccio. Napoli però è una città italiana, è un luogo turistico formidabile, è composta da gente semplice ed ospitale e, quindi, va salvata, come dovremmo salvare Milano se fosse nella stessa situazione. Ma Napoli è da sempre oggetto di pregiudizi: a Napoli non si fa nulla ed è questa la colpa più grande dell'inefficienza dei servizi. De Magistris ha mostrato di mettere, invece, il fare al primo posto: il porta porta per favorire un ulteriore sviluppo della raccolta differenziata favorirà il servizio in più di un terzo della città. L'abitudine alla raccolta differenziata manca totalmente a Napoli. Serve un'educazione dei cittadini da questo punto di vista. Ma l'azione comunale non si ferma qui: non più usa e getta nelle mense delle scuole e la grande distribuzione deve accollarsi l'onere di provvedere ai prodotti freschi che non sono stati acquistati. De Magistris, dato che il suo grido in Italia resta inascoltato, proverà il 20 giugno ad ottenere dal Parlamento di Bruxelles i soldi necessari per venire incontro all'emergenza. Ma, ci chiediamo, se persino il nostro governo è indifferente alle sofferenze dei campani, come possiamo sperare che Bruxelles non ci chiuda nuovamente in faccia le porte?