Si è celebrato a Venezia, nel ventennale dall'istituzione, il Giorno della Memoria, con una cerimonia raccolta alla presenza della comunità ebraica e dell'amministrazione regionale. Da Campo del Ghetto Nuovo, da cui furono deportati 246 civili, il presidente della comunità ebraica veneziana, Dario Calimani, ha sottolineato l'importanza della ricorrenza, «che sentiamo come appuntamento di amicizia e vicinanza. Io non voglio fare pietismo - le parole di Calimani -. Siamo sempre qui a parlare di Shoah, ma a me non piace la pietà. Mi piacerebbe invece che condividessimo sempre questo spirito di scambio di valori e di civiltà». «Non è un'iniziativa formale - ha ricordato poi il presidente del Veneto, Luca Zaia -. Essere qui oggi non è Amarcord, il senso è non dimenticare». Il governatore ha quindi ricordato l'importanza di parlare alle giovani generazioni: «Dobbiamo portare ai ragazzi il tema della civile convivenza. Da qui - haaggiunto -, deve partire un grande messaggio di rispetto delle regole e delle persone. Bisogna parlare di quello che è accaduto e quello che potrebbe accadere, e a livello nazionale serve un'opera di sensibilizzazione», ha concluso.