Lei è Maria che era la Callas. Oggi è Maria, nell'ultima settimana della sua vita. Lui è Ferruccio, il suo domestico/l'uomo che le salva la vita ogni giorno. E che, per questo, lei odia... Angelina Jolie e Pierfrancesco Favino sono i protagonisti di questa scena, tratta da Maria l'ultimo film di Pablo Larrain (Neruda, No, Jackie, Spencer). Dopo l'anteprima mondiale al Festival di Venezia 2024, esce nei cinema l'1 gennaio. Il film per cui Angelina Jolie ha conquistato la candidatura al Golden Globe come Miglior attrice protagonista di un film drammatico. Nomination a cui si aggiunge quella, nella stessa categoria, ai Critics' Choice Awards 2025 (qui il film ha ottenuto la nomination anche per i meravigliosi costumi, del nostro Massimo Cantini Parrini). Se c'è giustizia, una delle 5 nomination all'Oscar (e magari qualcosa in più) è già sua.
Jolie è divina nel ruolo della (ex) Divina. La Callas nei suoi ultimi giorni, a Parigi nel 1977 (morì il 16 settembre). Andarono davvero così, i suoi last days? Di vero, c'è l'italiano Ferruccio (con la moglie Bruna, cameriera e cuoca, interpretata da Alba Rohrwacher). E c'è il fatto che la Callas non aveva più, da tempo, la voce della Callas: era ancora la Callas, quindi? Parte da qui il film, con il regista/sceneggiatore cileno che costruisce il suo abituale ritratto immaginario, forse mai così "malato"... Jolie & Larrain ci fanno entrare nella mente/depressione/malinconia/desideri di Maria. È andata davvero così? È finita davvero così l'icona Maria Callas? Ma può un'icona morire? Se Jackie e Lady Di (in Spencer) ci sono state raccontate in momenti di svolta/presa di coscienza e indipendenza della loro vita, qui di Maria ci viene raccontata (dichiarata, da quella data iniziale) la fine. Noi siamo rimasti ipnotizzati, e abbiamo pianto: succede, quando muore un'icona...