Dai cowboy a Biancaneve, il presepe "riciclato" che si rinnova ogni Natale

IO DONNA 2024-12-16

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San Pietro in Casale (BO), 16 dic. (askanews) - Un tronco restituito dal mare diventa il serpente dell’Eden. Tegole sbeccate si trasformano in un villaggio di duemila anni fa. Le carrozze sono ricavate dal legno di vecchi mobili. I ritagli di tessuti dismessi vengono impiegati per le tende dei beduini nel deserto. Centinaia di piccoli oggetti, personaggi e costruzioni vengono realizzati a mano da un ex falegname ottantenne. Da quindici anni, Gilberto Veronesi con materiali di recupero crea un presepe tanto originale quanto sostenibile nel giardino della sua abitazione a San Pietro in Casale, nel bolognese.

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«Il Natale viene un po’ dappertutto - spiega Veronesi -. Ho voluto fare un paesino arabo, un piccolo villaggio con i cowboy e il saloon. Poi ho riservato un pezzetto di spazio anche per gli indiani che ormai non esistono più. Qua è tutta roba riciclata. Ho un amico che ha una casa con dentro di tutto, sembra una discarica: qui ogni volta che prendo in mano qualcosa immagino come poterla utilizzare».

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Piccole creazioni rifinite nei minimi particolari e colorate con pazienza e maestria da questo artista inaspettato, che tutto l’anno lavora per dare vita ogni Natale a qualcosa di nuovo. «C’è stato un anno che è venuto il parroco a mangiare da un mio vicino, dopo sono venuti a vedere il presepe - ricorda l’artista -. Lui ha detto: “bello, ma manca qualcosa”. Mancava la statuetta della Meraviglia. Quella statuetta mi è rimasta un po’... l’ho cercata in paese e non l’ho trovata, poi sono andato a Ferrara e l’ho trovata. Questa Meraviglia mi è rimasta nel cuore e ogni volta che faccio il presepe dico: “ecco, questa è la statuetta che mi ha fatto impazzire”».

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Arricchisce il presepe un’installazione artistica, ogni anno diversa, su cui è inciso un messaggio di fratellanza che parla alle tante persone che vengono per ammirarlo. «Il presepe va bene per tutti. Viviamo in un mondo che non è proprio bello ed è giusto che ognuno lo possa interpretare come vuole - conclude Gilberto Veronesi -. C’è sempre della gente che viene anche da fuori; sanno che è una tradizione del paese, tutti vengono a fare un giretto. Specialmente i bimbi quando escono dall’asilo si fermano con le mamme e fanno una gran festa».

Intervista di Paolo Tomassone

Montaggio Carlo Molinari

Immagini askanews

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