Roma, 11 dic. (askanews) - Metti un napoletano e un toscano che pensano di essere due poliziotti d'assalto all'americana ma ne combinano di tutti i colori. Alessandro Siani e Leonardo Pieraccioni arrivano per la prima volta insieme sullo schermo dal 19 dicembre con Io e te dobbiamo parlare, diretto dall'attore-regista napoletano, che racconta l'inizio della collaborazione. «Sono andato addirittura a casa, a Firenze» ha esordito Siani, mentre Pieraccioni gli faceva eco: «Addirittura, da Roma, è venuto a Firenze».
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"Io e te dobbiamo parlare", la commedia di Siani e Pieraccioni
«Non ha voluto nessun incontro a Roma, io da Napoli, con la valigia di cartone, con il colbacco, sono dovuto andare a Firenze, finalmente sono arrivato a casa di Leonardo, abbiamo cominciato a ragionare, mi ha detto le sue idee» - ha detto il regista -. «L'unica sicurezza che avevamo era: deve essere un film che fa ridere, non deve essere edulcorato, patetico, non ci deve avere dei momenti troppo romantici, cioè un film che fa ridere».
E in effetti i due, che nel film hanno anche una donna in comune e una figlia a metà, spingono sulla rispettiva comicità, diversa, ma che ben si amalgama con quella dell'altro.
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«Lui è educato, ha sette esami di filosofia alle spalle, io una terza media fatta con i prosciutti del mi' nonno che non faceva nemmeno dei grandi prosciutti.» - ha scherzato Pieraccioni - «Ho scoperto anche in lui una certa nobiltà d'animo che hanno i napoletani, che noi fiorentini ogni tanto si fa fatica ad andarla a cercare. Noi non ci vergogniamo quasi di niente, anche nel parlare folcloristico, noi non abbiamo delle parole da censurare. Il ragazzo invece quando lo metto in difficoltà e gli dico due o tre di quelle belle pesanti mi diventa rosso».
«È un fiorentino abusivo, un napoletano, non lo so, comunque ci sono elementi di napoletanità meravigliosi.» - ha detto Siani - «È carnale, ama la gente, ci sta una grande umanità, quindi ci siamo ritrovati veramente in tutto».