Roma, 16 nov. (askanews) - "La riforma" della giustizia "non è di Giovanni Falcone, questo è evidente, Falcone purtroppo è venuto a mancare nel 1992, la riforma matura in tutt'altro contesto e appartiene ad altri, non c'è bisogno di cercare paternità che non può avere. Credo che non sia giusto né di buon gusto tirare in campo il nome di Giovanni Falcone". Lo ha detto il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia, a margine della sua relazione al comitato direttivo centrale dell'Anm."Sarebbe bene, penso, che quanti partecipano al dibattito pubblico, doverosamente allargato, sulla riforma costituzionale, si astengano, una volta che scoprono di essere privi di buoni argomenti per sostenerla, dal discutibile espediente di usare il nome e la figura di Giovanni Falcone per elevare tono, qualità e contenuti della riforma" aveva prima spiegato Santalucia, in un passo della sua relazione."La memoria di un eroe, di un martire della Repubblica, va onorata astenendosi dall'usare il suo nome nel confronto, a volte anche acceso, su una riforma che matura a oltre trent'anni dal suo estremo sacrificio", ha aggiunto. "Questa riforma, se e quando sarà varata, non potrà portare il nome di Giovanni Falcone; non gli appartiene, non potrebbe appartenergli, appartiene ad altri".Insomma, sottolinea, "almeno questo sia concesso alla verità dei fatti e sia sottratto alla mistificante opera della propaganda". Santalucia ha poi spiegato come "la memoria di un eroe, di un martire della Repubblica, va onorata astenendosi dall'usare il suo nome nel confronto, a volte anche acceso, su una riforma che matura a oltre trent'anni dal suo estremo sacrificio". E ha detto: "Almeno questo sia concesso alla verità dei fatti e sia sottratto alla mistificante opera della propaganda"".