Milano, 9 ott. (askanews) - «Il gender gap finanziario è un problema che purtroppo sussiste ancora molto in Italia, ma anche in Europa e nel mondo. Nel mondo della finanza, solamente il 30% delle persone sono donne e nel trading solamente il 10%. Inoltre, un altro problema grandissimo che abbiamo è quello del salary gap, la differenza di salario tra uomini e donne che in Italia ancora è il 10%, in Europa il 13%. Tutti questi dati ci danno l'idea che c'è una differenziazione tra uomini e donne nel mercato del lavoro e della finanza, ma anche poi come clienti, come fruitrici dei sistemi della finanza. Ad esempio in Italia, purtroppo, circa la metà delle donne non ha un conto corrente». È l'analisi dal Milan Fintech Summit di Alberta Pelino, presidente YAS (Young Ambassadors society) e fondatrice Fibi, startup ad impatto sociale con l'obiettivo di contribuire a ridurre il financial gender gap.
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Alberta Pelino: «Le donne sono escluse»
«Avere più molte più donne che sono incluse dal punto di vista finanziario non è solamente giusto perché le donne rappresentano il 50% della popolazione, ma è importantissimo proprio per l'impatto che ha sull'economia e sulla produttività», ha spiegato, «con Fibi vogliamo andare proprio contro questo trend e un modo per farlo è proprio mostrare i dati. Ad esempio spesso quello che notiamo è che le ragazze, le giovani ragazze, ci dicono che loro non sono in grado di gestire soldi. Ecco questa è una concezione del tutto sbagliata perché, ad esempio, Fidelity, uno degli asset management più grandi, ha fatto uno studio sui bank account di 8 milioni di clienti e ha scoperto che, in media, i ritorni degli investimenti per gli account gestiti da donne sono maggiori di quelli degli uomini».
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