Ha fatto la storia della musica ed è stato un pioniere visionario. Ora esce Funky Maestro l'ultimo progetto inedito di Pino D'Angiò, il cantante scomparso il 6 luglio. A raccontare questo progetto il figlio Francesco. «Esce un EP molto particolare. È una sorta di testamento di papà, sono gli ultimi lavori. Degli inediti su cui si è divertito in studio e che l'hanno accompagnato negli ultimi mesi piuttosto complicati della sua vita. Soprattutto sul brano guida, intitolato Non diventare come loro, se si fa attenzione al testo direi sì si può considerare un testamento».
Pino D'Angiò, icona della musica degli anni 80, non si è fermato a quel decennio. La prova è il successo al Festival di Sanremo 2024, quando salì sul palco dell'Ariston per duettare con i giovanissimi BNKR44: cantarono Ma che idea, una delle sue hit. La sua eredità è difficile da tracciare con chiarezza, perché ha sperimentato tantissimi generi musicali. Chiaramente poi si è soffermato di più sul funk che all'epoca, negli anni 80, non era così in voga in Italia. Ma in realtà ha prodotto e si è cimentato in tantissimi generi e sfide. Dalla trance music alla disco alla cosiddetta Italo disco, ha lasciato un'eredità trasversale che oggi viene ripresa da DJ pop house, ragazzi emergenti come la band bolognese ed esponenti della musica elettronica.
Ironico e dissacrante, sempre capace di mettersi in gioco, alle giovani generazioni di musicisti lascia un insegnamento: ci vogliono spensieratezza e autoironia. Senza mai prendersi sul serio, bisogna fare quello che si ama ma in maniera serena. Tanti ricordi ed emozioni a cui attingere, conclude Francesco, «faccio fatica a prenderne uno, quindi dirò papà. Il ricordo più bello di papà è papà».