Caso Povia a Nichelino, il sindaco Tolardo: «Ecco perché ho detto no alla sua esibizione»

Corriere della Sera 2024-08-28

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Continua a far discutere l’esclusione di Povia dalla festa patronale di Nichelino. Dopo le polemiche, le interrogazioni parlamentari annunciate e perfino i commenti del generale Vannacci, il sindaco nichelinese Giampiero Tolardo ha deciso di rispondere a tutti con un video. Proprio come aveva fatto il cantautore domenica, quando aveva annunciato di essere stato cacciato «perché mi hanno appiccicato l’etichetta di destra». Dal suo ufficio a Palazzo civico il primo cittadino spiega: «Sulla questione sono intervenuti in questi giorni molti media nazionali e si sono esposti deputati che hanno promesso interrogazioni in Parlamento che bloccheranno quindi i lavori in Aula a Roma per questo motivo e, come se non bastasse, ciliegina sulla torta, anche il Generale Vannacci, neo-europarlamentare che, probabilmente, non ha compreso al meglio quali siano i suoi nuovi compiti visto l'importante ruolo che ricopre. La città di Nichelino è una comunità inclusiva, un luogo dove non siamo abituati a etichettare come "malate" le persone gay e tutte quelle appartenenti alla comunità LGBTQIA+, un luogo dove a nessuno verrebbe in mente di spiegare a una donna che non è libera di scegliere se abortire oppure no, un luogo dove il colore della pelle non determina quanto vali, un luogo dove crediamo nella medicina e nella scienza». Il riferimento è alle posizioni espresse in passato da Povia, che a Nichelino avrebbe dovuto far parte della giuria di un talent e cantare uno dei suoi brani più famosi e controversi «Luca era gay». Canzone che si è rivelata decisiva per l’esclusione, come conferma lo stesso Tolardo: «A Giuseppe Povia non abbiamo certo tolto la libertà di parola e ha spiegato a tutta Italia cosa pensa del suo quarantesimo concerto annullato. Quando ho scoperto che si sarebbe anche esibito, cantando, tra gli altri brani "Luca era gay", lo stesso Luca che ora si dice "guarito" e che porta a Medjugorie altre persone omosessuali promettendo di "guarirle" ho scelto di annullare la sua presenza». E aggiunge: «Non è una questione di destra, di sinistra, o di centro storico, del quale si professa l'artista. I diritti civili rappresentano una delle nostre battaglie storiche e non siamo disposti ad accettare che qualcuno faccia discriminazioni nella nostra città. Ringrazio tutti coloro che in questi giorni mi hanno manifestato pubblicamente la loro solidarietà, in pubblico e in privato, in merito alla scelta che abbiamo compiuto e che rivendichiamo con forza. Non saranno certo i messaggi d’odio a fermarci. Non molleremo di un centimetro!». (Massimo Massenzio)

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