La Sala operativa del Comune di Roma conta circa 2000 persone che vivono ai margini delle strade, sotto i ponti del lungotevere, nei sottopassaggi delle tangenziali o sopraelevate. Un numero sottostimato per i volontari della Croce Rossa che ogni giorno offrono assistenza nelle circa 300 baraccopoli sparse sul tutto il territorio capitolino. Un'emergenza umanitaria troppo spesso confusa con quella securitaria. Situazioni di degrado umano prima che urbano affrontato in tante occasioni con sgomberi e demolizioni che hanno un solo risultato, quello di spostare “il problema” da un’altra parte, magari più nascosta, e che per questo esplode spesso in incidenti dalle conseguenze nefaste come l’ultimo incendio che ha distrutto la riserva di Monte Mario. «La povertà ha cambiato volto - spiega Andrea Vulterini, operatore volontario della Croce Rossa e responsabile per la “coesione sociale” -. Oggi principalmente sono italiani, gente cosiddetta “normale” che ora per la crisi economica è scivolata nella povertà assoluta. Sono divorziati, Over 60 che hanno perso un lavoro e che non riescono a trovarlo, si tratta di quel ceto medio che oggi praticamente non esiste più».