L’inflazione sale ma tagliare i prezzi si può

Corriere della Sera 2024-08-01

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L’inflazione torna a correre: apparentemente le percentuali sono basse. +1,3% a luglio. Addirittura i prezzi degli alimentari, dei detersivi (cioé quei generi che compriamo tutti i giorni) hanno rallentato la corsa da un +1,2% di giugno  a +0,8% di luglio. ​Ma rallentare la corsa non significa che non ci siano aumenti. I prezzi comunque crescono. Quello che tutti noi vorremmo è che i prezzi scendessero.​Ma come si fa a tagliare i prezzi? ​Le strade sono due, entrambe complicate. Una, alzare i tassi di interesse: è quello che stanno facendo le banche centrali. Se adesso l'inflazione rallenta è merito loro: alzando i tassi di interesse, le banche centrali tolgono denaro al sistema economico; i prestiti diventano più cari sia per le imprese sia per le famiglie quindi si frena l'inflazione ma frena anche l'economia. È uno strumento difficile e pericoloso.​L'altra strada è bloccare la speculazione e cioé punire chi tiene i prezzi alti nonostante questi potrebbero scendere. E l'unica strada è la concorrenza. Facciamo un esempio semplice: l'olio. In questi mesi i prezzi sono cresciuti; un litro d'olio ha visto quasi raddoppiare i suoi costi ma siccome quest'anno il raccolto dovrebbe essere migliore, nella nuova stagione potrebbero scendere. Ma se i produttori li tengono alti e fanno cartello? ebben, il cartello va spezzato. Con la concorrenza, facendo in modo che si avvantaggino i produttori onesti.​C'è un'autorità che si chiama Antitrust che deve proprio punire e spezzare i cartelli. Si può fare. 

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