Il gioco di un branco di 200 delfini al largo di Ischia

Corriere della Sera 2024-07-24

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Nel mare intorno all’isola d’Ischia sono frequenti gli incontri con i delfini. Del resto, questa è una delle ragioni che hanno portato all’istituzione dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno. Nonostante ciò, l’avvistamento di unbranco di circa 200 delfini, come quello testimoniato dall’equipaggio delveliero Jean Gab di Oceanomare Delphis lo scorso 15 luglio, resta qualcosa di sensazionale.  L’incontro con i cetacei, precisamente delle stenelle striate, simili al delfino comune, ma facilmente riconoscibili dalle strisce scure che ne tracciano il profilo del dorso, è avvenuto in uno dei luoghi preferiti da questi animali, ovvero il braccio di mare tra l’isola d’Ischia e quella di Ventotene, durante una delle attività svolte dalla Onlus. L'osservazione, registrata nella zona D del Regno di Nettuno, istituita proprio a tutela dei cetacei, premia il lavoro sinergico tra la stessa area marina protetta Regno di Nettuno e l'amp di Ventotene, con cui si condivide una zona di fondamentale rilievo per la biodiversità, l'Imma (Important Marine Mammal Areas) istituita dalla Iucn, l'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura. Un branco di cetacei molto grande, ma un incontro non casuale, quello del 15 luglio, come ci ha raccontato il comandante della Jean Gab, Angelo Miragliuolo: «Da maggio a ottobre noi di Oceanomare Delphis Onlus siamo tutti i giorni in mare per le nostre attività di osservazione dei cetacei, non solo delle stenelle, ma anche di capodogli, balenottere e tursiopi. Mentre eravamo tra Ischia eVentotene abbiamo visto questo grande gruppo di stenelle, che in veritàsono due branchi, che si incontrano in questo periodo per accoppiarsi. Imaschi di un branco si accoppiano con le femmine. Sono gruppi cheormai hanno imparato a riconoscerci, dopo tanti anni di attività, per cui cihanno seguito per un po’. È sempre emozionante trovarsi con tutti questianimali, anche se ormai è dal 1991 che siamo in mare a svolgere questeattività grazie soprattutto all’aiuto dei tanti volontari che lavorano connoi». (Claudio Iacono)

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