È stato custodito per oltre 5 anni nel capanno degli attrezzi di un'azienda agricola nel Cuneese il pregiato sarcofago in marmo di epoca romana imperiale che un agricoltore piemontese aveva portato alla luce, consapevole del valore archeologico del manufatto. La vicenda è stata ricostruita dai carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Torino, nel corso di un'indagine iniziata nel 2020 e coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, culminata con la condanna di tre persone per violazione dei reati di ricettazione e impossessamento illecito di beni culturali.L'indagine ha consentito di sequestrare, oltre al sarcofago, risalente alla metà del III sec. d.C. e di tipologia hapax, 2400 monete di natura archeologica, tra cui spicca un solido d'oro dell'Imperatore Onorio databile tra il IV-V sec. d.C., 2 unguentari in vetro e numerosi oggetti bronzei decorativi provenienti verosimilmente da un corredo funerario di epoca romana e diversi elementi architettonici in marmo proveniente dall'area dell'Egeo settentrionale e tutti riconducibili all'età romana imperiale. L'intervento dei carabinieri ha permesso l'interruzione di un mercato clandestino che avrebbe fruttato oltre 120.000 euro.