Nikki Hiltz, una pionera a Parigi 2024: prima atleta trans e non-binaria alle Olimpiadi

IO DONNA 2024-07-05

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Un sogno che si realizza, un passo importante verso uno sport sempre più inclusivo. Nikki Hiltz, mezzofondista statunitense di 30 anni, ha scritto un'altra pagina memorabile nella sua carriera conquistando la vittoria nei 1500 metri ai trials americani di atletica leggera con un tempo record di 3 minuti e 55 secondi e 33 centesimo. Un risultato che ha garantito il pass per le Olimpiadi di Parigi 2024, facendola diventare un simbolo. Nikki, infatti, è un'atleta transgender e non-binaria.

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Nikki Hiltz, un simbolo per la comunità LGBTQ+
Per Hiltz, già medaglia d'argento nei 1500 metri ai Campionati Mondiali Indoor di Glasgow, questa qualificazione rappresenta un traguardo storico: sarà la prima atleta apertamente non binaria a gareggiare alle Olimpiadi. Un traguardo che assume un valore ancora più significativo se si considera il complesso dibattito in corso sul tema degli atleti transgender nello sport, con particolare riferimento alle atlete trans che gareggiano nella categoria femminile.
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Un'identità fluida e la sfida per l'inclusione
Il 31 marzo 2021, in occasione della Giornata Internazionale della Visibilità Transgender, Hiltz ha fatto coming out come persona trans e non-binaria, dichiarando: «Non mi identifico con il genere che mi è stato assegnato alla nascita: il termine che uso per descriverlo correttamente è non-binaria. E il miglior aggettivo che si può utilizzare per spiegarlo è fluid». Un'affermazione che ha reso Hiltz un'icona per la comunità LGBTQ+, portando alla luce le sfide e le battaglie per l'inclusione e l'accettazione nel mondo dello sport.
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Verso le Olimpiadi di Parigi tra successi e ostacoli
La strada verso le Olimpiadi di Parigi 2024 non è stata priva di ostacoli per Hiltz. La mezzofondista si è trovata al centro del dibattito acceso sul tema delle atlete trans, in particolare dopo il caso di Lia Thomas, nuotatrice trans a cui la Federazione internazionale di nuoto ha negato la possibilità di partecipare ai Giochi. Un altro caso noto è quello della mezzofondista sudafricana Caster Semenya, che fa parte dell'elenco delle atlete dsd, ossia quelle donne che presentano "disordini dello sviluppo sessuale" e che sono state escluse dalle Olimpiadi dalla World Athletics, che sovrintende le competizioni internazionali di atletica. Tuttavia, Hiltz ha affermato di essere nata biologicamente donna e ha sempre gareggiato nelle categorie femminili. Insomma, il regolamento non le vieta di essere nella capitale francese a fine luglio.
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L'orgoglio di Nikki Hiltz
Dopo la vittoria sui 1500 metri ai trials americani, Nikki Hiltz ha scritto in un post sui social media per spiegare che si sta avverando un suo sogno d'infanzia: «Non so quando tutto questo mi sarà pienamente chiaro», ha scritto. «Tutto quello che so è che oggi mi sveglio davvero grata per la mia gente, sopraffatta da tutto l'amore e il supporto, e pieno di gioia per il fatto di poter gareggiare con persone che amo e rispetto profondamente».

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