Roma, 24 giu. (askanews) - Era un appartamento non utilizzato, oggi è la casa rifugio in emergenza "Trotula" che accoglie donne che hanno subito violenza o che sono a rischio, insieme ai loro bambini e alle loro bambine.Lo spazio si trova a Salerno ed è stato messo a disposizione da Poste Italiane. A valorizzarlo e trasformarlo è stato il progetto "Violeta", nato in memoria di Violeta Sanciu, vittima di femminicidio nel 2018 a Sala Consilina (Sa), promosso dall'Associazione Differenza Donna in collaborazione con altri enti, organizzazioni e istituzioni locali e sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD.L'iniziativa interviene sul fenomeno della violenza maschile contro le donne agendo su più livelli: la prevenzione, la protezione delle donne in uscita dalla violenza, la formazione alla Rete Antiviolenza.Oltre alla casa rifugio di emergenza "Trotula" il progetto ha attivato il Centro Antiviolenza "Leucosia" a Salerno e lo sportello antiviolenza a Giffoni Valle Piana, che accolgono oltre 100 donne l'anno in uscita da situazioni di violenza e che necessitano di sostegno legale, psicologico e sociale per programmare una nuova vita.Casa Trotula può accogliere 4 persone alla volta e, nell'arco della durata del progetto, ospiterà 11 nuclei mamma-bambino a rischio di vita e che abbiano bisogno di ospitalità immediata.Grazie a "Violeta" per 60 donne in uscita dalla violenza, selezionate in base alla capacità di portare a termine con successo un progetto individuale, sono previste anche azioni di accompagnamento al lavoro: orientamento, formazione (su tematiche come informatica, amministrazione e controllo d'impresa, logistica) e borse lavoro (tirocinio formativo per 6 mesi per 15 donne). Per agevolare l'emersione del fenomeno sono previste attività formative specifiche per FFOO, assistenti sociali e nuove operatrici antiviolenza. Un corso per prevenire la vittimizzazione secondaria è rivolto a giornalisti e professionisti/e dei media, affinché si eviti l'utilizzo di termini, narrazioni, immagini che colpevolizzano le donne e ripropongono stereotipi e pregiudizi sessisti. Per la prevenzione il progetto realizza 4 percorsi di educazione alle relazioni e all'affettività per nidi, scuole primarie e secondarie, che coinvolgeranno 400 studenti e 100 tra genitori e insegnanti nella convinzione che il cambiamento culturale sia la chiave per la promozione di una società più giusta, inclusiva e libera dalla violenza di genere.