Roma, 4 giu. (askanews) - Se il cittadino non riceve la prestazione nelle 72 ore, cioè nel caso in cui il medico la ritenga prioritaria, potrà rivolgersi "in intramoenia o al privato accreditato, ma tutto a carico del servizio sanitario nazionale". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci rispondendo alle domande dei giornalisti a margine della conferenza stampa sul dl liste d'attesa dopo il Cdm.
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Il ministro ha sottolineato che "i cittadini finalmente avranno le prestazioni di cui necessitano nei tempi giusti e a carico del Servizio sanitario nazionale. La seconda è che andiamo verso l'abolizione del tetto di spesa, questo vuol dire che le Regioni potranno assumere più medici e personale sanitario e questo vuol dire immettere forze nuove nel sistema".
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I due provvedimenti approvati dal Consiglio dei ministri "sono frutto di lavoro di confronto con Regioni, ordini professionali e associazioni di cittadini. Si va incontro a uno dei problemi più lamentati dai cittadini riguardo il Sistema sanitario, le liste d'attesa - ha aggiunto il ministro - il decreto legge sulle liste d'attesa è articolato in 7 articoli, ha detto Schillaci, il primo dei quali è l'istituzione della Piattaforma nazionale liste d'attesa presso l'Agenas, un "provvedimento fondamentale perché finora non esisteva un monitoraggio delle liste d'attesa per regione e prestazione", ha spiegato il ministro.
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Tra i punti chiave del decreto legge sulle liste d'attesa c'è il superamento del tetto di spesa per il personale sanitario che potrà passare, per le Regioni che ne faranno richiesta, già nel corso di quest'anno. "È ovvio che un qualunque provvedimento come questo non può non essere fatto tenendo conto che necessita il reclutamento di altri professionisti sanitari. Sin da subito, dal 2024, il tetto di spesa verrà incrementato e portato per le regioni che ne faranno richiesta dal 10 al 15% - ha concluso Schillaci - il tetto di spesa verrà completamente abrogato dal 1 gennaio 2025".