MILANO (ITALPRESS) - Il dolore è di solito considerato un sintomo, un campanello d'allarme che richiama l'attenzione su qualcosa del nostro organismo che non funziona come dovrebbe. Nella forma acuta, il dolore nasce da un trauma, una ferita o uno stato infiammatorio. Quando queste condizioni regrediscono, il dolore si attenua e scompare. Il dolore invece non scompare quando è associato a una causa irreversibile o a una condizione patologica che non può essere risolta. In questi casi il sintomo diventa malattia con pesanti effetti sul benessere e sullo stato psicologico dell'individuo. In realtà, il dolore non è solo una sensazione trasportata dai nervi e percepita dal cervello, ma un concetto acquisito nel corso della vita, il risultato di un'interazione complessa tra lo stimolo sensoriale e un insieme di fattori fisiologici e psicologici che ne influenzano la modulazione e ne modificano la percezione. Ecco perché è difficile valutare oggettivamente il dolore ed ecco perché l'approccio al suo trattamento è sempre più individualizzato. Sono questi alcuni dei temi trattati da Fabio Intelligente, Aiuto - Coordinatore del Servizio di Terapia Antalgica per il dolore Cronico presso l'Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell'agenzia di stampa Italpress.
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