Terremoto Campi Flegrei, i gas dal sottosuolo e il rischio eruzione. «Sotto c'è qualcosa che preme, lì la gente non ci doveva abitare»
La scossa di terremoto più forte, 4.4, è stata registrata il 20 maggio, l'ultima, in ordine cronologico, alle 8.28 di mercoledì 22 maggio con magnitudo 3.6. Nei Campi Flegrei e a Napoli è tornata la paura, con decine di persone che hanno trascorso la notte in strada, evacuate dopo la forte scossa e lo sciame che ne è seguito lunedì sera. Sulla situazione è in programma oggi a Roma un vertice interministeriale presieduto dalla premier Giorgia Meloni, ma sono tante le domande alle quali chi si ritrova a convivere con la terra che trema vorrebbe ci fosse una risposta: il bradisismo può portare a un'eruzione? Perché il terreno si sta sollevando? Ci saranno altri terremoti?
La crisi bradisismica
Le risposte alle domande di carattere più tecnico arrivano oggi da Mauro Di Vito, direttore dell'Osservatorio Vesuviano dell'Ingv, pubblicate dal Corriere della Sera. Nei Campi Flegrei, spiega l'esperto, si sta assistendo a una crisi bradismica, «il fenomeno di sollevamento e abbassamento del suolo» che è abitualmente accompagnato da terremoti e da fenomeni associati come la «risalita di gas dalle profondità della terra». Dalle spaccature provocate dal movimento della crosta terrestre superficiale al momento è fuoriuscito solo gas che «ha origine nei serbatoi di magma situati nella profondità della terra. Il magma, muovendosi, libera il gas cui è mischiato».
Il rischio eruzione
Tra le domande più temute, se possa esserci un rischio eruzione del vesuvio. Ipotesi che Di Vito non esclude, ma rassicura spiegando che «non ci sono evidenze che questo possa accadere, per il momento. Non abbiamo rilevato segnali come ad esempio la risalita di fluidi magmatici o valori geochimici preoccupanti». Ma la crisi bradisismica è un fenomeno che potrebbe fermarsi, come accaduto nel 1984: «Potrebbe succedere come allora. Nessuno oggi può predirlo. Dipende dall’energia sviluppata dal magma». Non è escluso, però, che si verifichino altri terremoti.
L'area dei Campi Flegrei
Sulle continue scosse di terremoto registrate nell'area dei Campi Flegrei si è espresso anche il geologo e divulgatore tv Mario Tozzi in un'intervista al Quotidiano Nazionale. Per l'esperto, il problema principale è quello dell'intera area e della sua urbanizzazione: «È come se migliaia di persone fossero sedute su un supervulcano e invece di tenerlo sotto controllo e attenzionato, che fanno? Ci costruiscono sopra un ospedale, un ippodromo, una base militare, una città da 80mila abitanti. Qualsiasi cosa succede lì è un problema». La zona flegrea è attualmente abitata da circa 600mila persone: «La verità è che lì non ci dovevano venire ad abitare, la gente non ci doveva stare. Questo è il primo punto che bisogna tenere a mente. Di trenta bocche eruttive solo due o tre si riconoscono ancora, le altre sono state cancellate dal cemento».