Venerdì 17, dai gatti neri agli animali esotici: la superstizione mette a rischio la biodiversità

IO DONNA 2024-05-17

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Se c'è una cosa che fatica a scomparire dalle società, anche quelle più tecnologicamente evolute, è la superstizione. Il 17 maggio 2024 cade di venerdì, data perfetta per parlare del tema. Non a caso il Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), fondato da Piero Angela, ha scelto proprio questo giorno per celebrare la Giornata Anti-Superstizione, in collaborazione con il WWF. Spesso, a fare le spese di false credenze radicate nei secoli, sono gli animali.

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Per questo il Cicap celebra questa giornata con un dossier pubblicato sulla rivista ufficiale, Query, insieme a numerosi eventi pubblici in tutta Italia e un convegno nazionale programmato alla Sala dei Lecci del Bioparco di Roma. Il tema principale del convegno è il legame tra superstizioni, specie animali a rischio e perdita di biodiversità. Sì perché le false credenze non risparmiano nessuno, dal gatto nero alle civette e gufi, fino a specie esotiche.

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Queste superstizioni, purtroppo, portavano e portano ancora oggi a crudeli pratiche come la crocifissione delle civette sui fienili. Pratiche simili colpiscono anche l’aye-aye, un primate notturno del Madagascar il cui dito medio allungato viene ritenuto capace di causare la morte semplicemente puntandolo verso una persona. Questo porta alla brutale pratica di appendere i corpi di questi animali uccisi lungo le strade.

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Se da un lato c'è la paura della sfortuna, dall'altro si ritiene che alcune specie o, meglio, delle parti dei loro corpi, siano in grado di attirare la buona sorte. Dagli ibis cacciati in India per poterne ricavare amuleti agli stambecchi, che in passato venivano uccisi anche in Italia per estrarre la “croce del cuore”, una cartilagine che si trova a sostegno del muscolo cardiaco e a cui venivano attribuite proprietà magiche.

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Naturalmente nulla di tutto ciò trova alcun riscontro nella realtà. Il Cicap si sforza da anni a sensibilizzare la popolazione su questo tema e su pratiche che mettono a rischio la biodiversità. Che si tratti di venerdì 17 o di qualunque altro giorno dell'anno, alla fine il rischio più grande è che siano proprio gli animali ad avere la sfortuna di incontrare certi umani sul loro percorso.

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