Parma, 9 mag. (askanews) - Francia, Germania e Stati Uniti sono i Paesi in cui si mangia il maggior numero di prodotti della Food Valley emiliana. La pasta, il pane e i dolci della provincia di Parma trainano un settore agroalimentare che lo scorso anno ha fatto registrare un incremento dell'export di oltre il 60% rispetto al periodo pre-Covid. A questi si devono aggiungere le ottime performance fuori confine della conservazione delle carni e dei prodotti caseari. Dei "risultati rassicuranti" in un contesto economico complicato si è parlato al convegno organizzato a Cibus, il salone internazionale dell'alimentazione."Gli investimenti, l'attenzione, la qualità e anche la formazione del personale, il coinvolgimento complessivo in uno sforzo di internazionalizzazione un po' di tutti i pezzi del nostro sistema, comprese le istituzioni, sta pagando, sta dando dei risultati importanti".Parma Food Valley - con oltre mille aziende e 25mila lavoratori, ma anche le associazioni e le istituzioni - è riuscita a fare squadra e favorire la crescita del territorio."Il sistema Parma non è solo prodotti, ma è anche un insieme di eventi, un insieme di enti che lavorano per la città".Tra tutti la Cena dei Mille organizzata per le strade del centro storico per far conoscere il saper fare della città, le produzioni, ma anche la cultura e l'arte."Un sistema che mette in evidenza quello che è un'organizzazione di una città che guarda il futuro e sicuramente la gastronomia insieme all'arte, insieme alla cultura, eccetera, diventano qualcosa di super importante. Un messaggio importante, un messaggio, una combinazione di messaggi che fa sì che la nostra città possa avere un futuro anche sotto il profilo gastronomico delle produzioni".Al convegno a Cibus è stato analizzato l'impatto delle filiere sul turismo territoriale attraverso quattro case history, tra cui quello dei Caseifici Aperti, iniziativa promossa dal Consorzio del Parmigiano Reggiano per far conoscere ai cittadini tutto quello che si nasconde dietro al Re dei formaggi."Nel momento in cui si vede un magazzino di stagionatura con queste forme che vanno ad altezze strabilianti, che si vedono le caldaie, che si sente il profumo del latte nelle narici, ecco allora ci si rende conto che dietro c'è un artigiano ed è un mondo che fa sì che il Parmigiano Reggiano sia molto di più di un pezzo di formaggio".Un progetto che è cresciuto anno dopo anno e ha visto, nel 2023, la partecipazione di 24.500 persone. Secondo le stime del Consorzio durante Caseifici Aperti le vendite di formaggio sono cresciute del 5%.