Roma, 24 apr. (askanews) - "Noi non possiamo immaginare le istituzioni europee come un dato di fatto ineluttabile: sono un luogo di negoziato continuo che abbraccia sia la sfera più propriamente politica sia quella commerciale e di relazioni internazionali". Lo ha detto Mario Mauro, già eurodeputato e presidente del Centro Studi Meseuro, intervenuto questa mattina a Largo Chigi, il format di The Watcher Post. "Credo che questa consapevolezza dello scenario internazionale sarà una leva non eludibile per i paesi membri dell'Unione, non tanto per cedere sul tema della cessione di sovranità, quanto piuttosto per scoprire che esiste una dimensione di sovranità europea che è quella di cui hanno bisogno gli europei oggi, per recuperare il proprio ruolo di attori sul teatro della pace e della guerra: quando c'è stata la conferenza di Yalta, nel '45, il mondo era popolato da 2 miliardi e mezzo di persone e gli europei erano 500 milioni e contavano tanto, non solo perché erano un quinto della popolazione mondiale ma perché avevano tutta la tecnologia e la scienza allora. Oggi siamo quasi 8 miliardi e gli europei sono sempre 500 milioni, ma sono molto più vecchi, con un'età media di 46 anni a fronte dei 18 anni di un continente come l'Africa con una popolazione di 1 miliardo di persone". E conclude: "Il teorico dell'integrazione europea è stato il conservatore britannico Winston Churchill che, nel discorso di Zurigo del '45, parlava proprio di Stati Uniti d'Europa, legandoli alla difesa. Abbiamo un compito fondamentale: che gli Stati membri interpretino la propria difesa della nazione come la necessità di implementare la dimensione della sovranità europea".