Neonato abbandonato ad Aprilia, l'appello dell'ospedale alla madre: «Se cambi idea siamo qui»

Corriere della Sera 2024-01-28

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«Il bambino aveva il pannolino sporco ma era ben nutrito. Lo abbiamo lavato e visitato, non ha smesso un attimo di ridere». Anche sul volto di Tiziana Iannotta, infermiera dell’ospedale Città di Aprilia, il sorriso non svanisce mai mentre parla di Lucas, il neonato di otto mesi che venerdì sera è stato lasciato nella sala di attesa del pronto soccorso. «Quando abbiamo capito che quel bambino era solo, ci siamo subito attivate per i primi aiuti - ripercorre quei minuti concitati Tiziana, sedici anni trascorsi al triage del Comune pontino - . Le sue condizioni igieniche erano discutibili, aveva il pannolino era pieno, i vestitini erano un po’ sporchi. Ma stava bene si vedeva, non ha mai pianto, anzi ha sorriso tutto il tempo». Il piccolo era stato lasciato nel passeggino intorno alle 19.30 nella sala di ingresso dell’ospedale: c’erano solo un paio di parenti presenti al momento dell’accesso della mamma, nessuno però ha capito che il bimbo era solo fino all’arrivo dell’operatrice del 118. «Stava bene, l’ho visitato e i suoi parametri vitali erano tutti stabili, era un bimbo molto sereno» lo descrive Paola Martinez, medico che ha visitato il bimbo dopo il ricovero. Scegliere un nome per il neonato è stato spontaneo per lo staff dell’ospedale . «Abbiamo provato vari nomi, poi quando lo abbiamo chiamato Lucas ha iniziato ad agitare le gambine - racconta ancora Iannotta che, come le sue colleghe, è solidale con la mamma del bambino - In quei momenti abbiamo pensato tutto e niente. Passi dalla rabbia all’amore in un attimo, perché capisci la disperazione di questa donna che comunque ha dovuto abbandonare suo figlio ma lo ha fatto lasciandolo in mani sicure». Alla domanda se abbiamo pensato di adottare Lucas, le dottoresse rispondono all’unisono un deciso si, senza nemmeno lasciare il tempo di finire l’interrogativo. Vogliono anche rivolgere un appello alla mamma, una donna come loro, che forse in un momento di fragilità ha pensato solo al bene di un figlio, a migliorare la sua vita. Anche se lontano da lei. Forse il sacrificio più estremo di una madre. «Se cambia idea noi siamo qua, siamo pronte ad aiutare questa mamma se ci ripensa - sottolinea anche la dottoressa Maria Grazia Di Nuzzo - Ci sono molti modi per sostenerla e se vorrà le daremo una mano». (valeria costantini)

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