"Non ci si arriva così un giorno per caso". La senatrice a vita Liliana Segre, nel corso del suo intervento al Memoriale della Shoah di Milano nell'ottantesimo anniversario della sua deportazione, sottolinea come "non avrebbe senso condannare il male assoluto dell'olocausto senza condannare la catena che lo ha reso possibile". Un sottile riferimento, parrebbe, alle parole pronunciate dal presidente del Senato Ignazio La Russa, proprio al Memoriale di Milano, dove pur avendo definito l'olocausto un "male assoluto", aveva evitato di definirsi antifascista davanti ai cronisti. "Dato che si è giustamente parlato di male assoluto penso che - ha aggiunto - a un assoluto ci si arriva attraverso un lungo percorso, nel quale ogni passaggio è funzionale a rendere possibile, a rendere accettato, a rendere addirittura condiviso da molti quel male". Fra le tappe di quel percorso la senatrice a vita ha citato "la partecipazione alla guerra al fianco di Hitler", "la campagna razziale e le leggi razziste", "l'avventura coloniale per sottomettere popoli giudicati inferiori" e "prima ancora l'abolizione di ogni spirito critico attraverso la propaganda di regime". .Di Andrea Lattanzi