Milano, 07 dic. (askanews) - Quanto costano i "bad data" alle aziende? Ce lo spiega Hiop, startup deeptech che si occupa di disegnare, spostare e arricchire con l'intelligenza artificiale i dati; l'azienda - inserita nell'edizione 2023 de Le Top 100 startup da Startupitalia - sviluppa le tecnologie per far sì che i software e le applicazioni di analisi dei dati e AI based possano funzionare su scala. Il suo obiettivo? Rimuovere gli ostacoli tra dati, persone e idee innovative. Come sottolinea l'Amministratore Delegato di Hiop, Giacomo Barone: "La nostra tecnologia è stata progettata per essere accessibile al largo pubblico e consentire a ogni team o azienda di avviare progetti di analisi dati e informazioni, senza la preoccupazione che possano risultare difficili o complicati da implementare".Facilitando così il lavoro di chi raccoglie e poi analizza i dati: "Un data scientist passa in media l'80% del proprio tempo a "riordinare" i dati, dedicando solo il 20% alla creazione di modelli di AI. In questo modo, l'89% delle organizzazioni perde opportunità di business a causa di problemi legati all'accessibilità dei dati, con conseguente perdita di competitività e attrattività dei talenti; i bad data - i dati che non "funzionano" - hanno un costo di 3,1 triliardi di dollari, la cifra che corrisponde al PIL del Regno Unito ed è un numero che viene ulteriormente amplificato dall'AI generativa: non c'è niente di peggio che automatizzare un errore".Una sfida da affrontare anche per Hiop, che grazie al suo ecosistema riesce a rimuovere le principali barriere all'ingresso, offrendo maggiore efficienza, reattività, scalabilità e sostenibilità delle infrastrutture per gestire i dati aziendali, permettendo ai partner tecnologici, System integrator, IT Consulting e Software House di recuperare marginalità e gestire al meglio i propri progetti e ai clienti finali di realizzare più facilmente la propria data strategy in molteplici ambiti di applicazione innovativi.