Roma, 18 ott. (askanews) - In Italia circa il 23% della popolazione ha più di 65 anni, percentuale destinata a crescere per l'aumento dell'aspettativa di vita unita al calo della natalità. Un'ampia fetta della popolazione che svolge un ruolo attivo nella società, come emerge dal rapporto "Unifying Generations: Costruire un percorso di solidarietà intergenerazionale in Italia" promosso da Edwards Lifesciences e presentato oggi a Roma. In base ai risultati della ricerca condotta in sei Paesi europei tra cui l'Italia il 24% degli over 65 nel nostro Paese fornisce assistenza ai familiari, che si tratti di fare la spesa o di occuparsi dei bambini; il 37% svolge attività di volontariato e ben il 74% fornisce sostegno economico ai figli o ai nipoti. I giovani, dal canto loro, si rivolgono agli anziani per consigli (58%) e per condividere il loro bagaglio storico e culturale (47%)."L'obiettivo principale della ricerca che abbiamo presentato oggi al Senato - dichiara ad askanews Luigi Mazzei, direttore generale di Edwards Lifesciences Italia - è quello di cambiare la percezione del rapporto tra le diverse generazioni. C'è una forte richiesta di collaborazione fra le diverse generazioni a differenza di quanto ogni tanto si percepisce di un latente conflitto generazionale. Gli over 65 nella società attuale già contribuiscono in maniera importante alla coesione del tessuto sociale. Da un lato un over 65 su quattro contribuisce e collabora alla vita delle proprie famiglie. Un altro dato che emerge molto interessante è che circa 5 milioni di over 65 oggi sono impegnati in attività di volontariato con associazioni di volontariato sul territorio. E infine circa il 74% degli over 65 contribuisce anche finanziariamente alla vita delle giovani generazioni all'interno delle proprie famiglie".Il rapporto suggerisce anche tre interventi per rafforzare le relazioni tra le generazioni: campagne per migliorare la percezione del valore degli anziani; maggiori opportunità di mentoring e condivisione delle conoscenze; programmi per diffondere l'uso delle tecnologie digitali tra gli over 65 in modo da rendere più facile la comunicazione con i Millennials e con la generazione Z."Lo studio di oggi - dichiara ad askanews Ketty Vaccaro, Direttore Area Welfare e Salute Fondazione Censis - ci riporta una descrizione per molti versi innovativa della condizione anziana e soprattutto mette in evidenza alcuni stereotipi ormai superati che non descrivono la complessità della condizione anziana. Da una parte abbiamo una descrizione di fragilità e dall'altra di iperattivismo. Credo che invece nello studio di oggi sia evidente intanto la complessità di questa condizione ma poi soprattutto la forza dei legami tra le generazioni. E in questo le relazioni di scambio che sono affettive ma sono anche di aiuto, di sostegno non sono mai univoche, sono sempre bidirezionali. Può cambiare la direzione a seconda della storia della famiglia, ma c'è sempre un sostegno da parte dei più anziani nei confronti dei più giovani e poi, a un certo punto del percorso di vita, ci può essere il contrario".Un welfare familiare che rafforza i legami tra le generazioni.