Roma, (askanews) - L'Italia perde il primato europeo in economia circolare e uso efficiente delle risorse, sorpassata dall'Olanda. A sancire l'avvicendamento sul podio è il Rapporto Circonomia 2023, il Festival dell'economia circolare e della transizione ecologica promosso in collaborazione con Legambiente, Kyoto Club e Fondazione Symbola, presentato oggi a Roma. Basato su 17 indicatori per misurare l'impatto su ambiente e clima delle attività economiche e civili, l'efficienza nell'uso delle risorse e la capacità di risposta ai problemi ambientali, il Rapporto colloca l'Italia al primo posto solo in relazione al tasso di riciclo dei rifiuti. Negli altri 16 indicatori il nostro paese segna progressi inferiori a quelli medi dell'Unione europea o addirittura passi indietro in valori assoluti, ad esempio nelle energie rinnovabili, nell'uso efficiente dell'energia, nell'innovazione tecnologica."C'è un arretramento grave dell'Italia - dichiara ad askanews Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club - che è sempre stata tra i primi nelle classifiche dell'economia circolare e della transizione ecologica in Europa e che invece adesso arretra. Perde il primato e lo perde soprattutto perché c'è uno stop sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Lì ci siamo fermati da dieci anni, gli altri vanno avanti. Vanno avanti in efficienza, in riduzione dell'uso della materia e quindi non siamo più primi per questo. Per fortuna che nel riciclo continuiamo a essere i migliori d'Europa".L'Italia, dunque, ancora al top in Europa per la raccolta e il riciclo dei rifiuti, che porta vantaggi non solo in termini ambientali ma anche energetici, visto che le materie prime seconde costano energeticamente meno di quelle vergini. Esempio virtuoso il Consorzio degli Oli Minerali Usati (Conou), indicato nel Rapporto come campione di riciclo."È possibile che l'Italia stia forse correndo un po' meno di altri paesi europei, però è chiaro - dichiara ad askanews Riccardo Piunti, presidente CONOU - che gli altri paesi europei probabilmente hanno anche molto da recuperare. Io vedo la situazione degli oli minerali usati ma, in generale, vedo che il modello italiano dei consorzi ci ha consentito di essere un'eccellenza in tutta Europa nel recupero, nel riciclo, nell'economia circolare. È chiaro che dobbiamo fare degli impianti, ci sono sicuramente dei tipi di rifiuti dove sarà necessario fare nuovi impianti però in generale il modello di funzionamento italiano, che si basa sul consorzio senza fini di lucro che fa da coordinatore della filiera di quel rifiuto, è sicuramente efficiente, funziona bene, ha dato dei grandi risultati. Nel caso degli oli minerali noi rigeneriamo il 98% dell'olio usato, quindi quasi 120 mila tonnellate di olio non le importiamo perché ce le produciamo da soli partendo da un rifiuto pericoloso che altrimenti non sapremmo come utilizzare. Quindi non ci preoccupiamo. Diamoci da fare ma non ci preoccupiamo".