Dopo il responso del Tar, che si è espresso sulla vicenda delle presunte firme false raccolte a sostegno di alcune liste durante le scorse elezioni regionali, a sostegno dell’attuale governatore del Piemonte Sergio Chiamparino, il presidente tira un sospiro di sollievo e annuncia: «Io non mi dimetto e non tradisco il milione e 50mila elettori che mi hanno votato». Il Tribunale amministrativo regionale, interpellato dalla ex consigliera provinciale della Lega nord Patrizia Borgarello, ha dichiarato inammissibile il ricorso relativamente alle liste “Chiamparino presidente”, alla lista provinciale del Pd di Cuneo e a “Chiamparino per il Piemonte (Monviso)”. Il Tar ha però ammesso il ricorso con riferimento alla lista provinciale del Pd di Torino. Su quest’ultimo punto lo stesso Chiamparino ha ammesso: «C’è un problema politico e su questo sono pronto a dare una mano». Per autenticare la correttezza delle firme raccolte a sostegno di quest’ultima lista, il Tar ha stabilito che si proceda alla querela di falso davanti al giudice civile, competente sulla questione. Questa decisione innescherà una sorta di processo nel processo, che allungherà notevolmente i tempi della sentenza finale. Ma, anche se venissero dichiarate false tutte le firme, spiega l’avvocato del Pd, il professore Vittorio Barosio, «quelle rimanenti non sarebbero sufficienti per inficiare la validità della lista e del voto dei piemontesi». Sulle presunte firme false raccolte per la presentazione delle liste nel 2014 è aperta un’inchiesta della procura di Torino, che ha iscritto sul registro una decina di indagati.