Ivrea (To), 23 giu. (askanews) - Il convento di San Bernardino, gioiello quattrocentesco situato nell'area che ospita gli edifici industriali della Olivetti a Ivrea, nel Torinese, sarà un nuovo "Bene del Fai" che lo farà risorgere restituendogli l'antico splendore. Il convento che dal 1908 agli anni Cinquanta fu residenza della famiglia Olivetti, e l'annessa Chiesa, che conserva un capolavoro del Rinascimento come il ciclo di affreschi "Vita e Passione di Cristo" del pittore Giovanni Martino Mazzotti, sono infatti stati donati da Tim e dagli eredi Olivetti al Fondo per l'Ambiente Italiano per un grande progetto di restauro e valorizzazione reso possibile da un finanziamento di 6 milioni di euro del Ministero della Cultura."Il grosso del lavoro è ovviamente nel restauro del monastero, che non sta bene, e poi naturalmente il restauro dei 3 campi da tennis che Adriano Olivetti volle per i suoi dipendenti, della tribuna disegnata da Ignazio Gardella, degli 8 campi da tennis, dei 4 ettari di Monte Navale con il percorso vita - racconta ad askanews Marco Magnifico, presidente del Fai -: cioè tutto quello che Adriano Olivetti aveva pensato per il benessere fisico e psichico dei suoi dipendenti".Sì, perchè la portata culturale del progetto sta anche - e soprattutto - nella valorizzazione della figura di Adriano Olivetti: "Un uomo - evidenzia il presidente del Fai - che ha fatto bene all'Italia, che ha fatto bene agli italiani, il cui rigore morale, la cui avventura politica, culturale e industriale è un grandissimo esempio per i giovani e per il futuro dell'Italia. Sarà un grosso lavoro di restauro ma soprattutto, e lo ripeto - puntualizza ancora Magnifico - è la figura di Adriano Olivetti, che mette al centro la cultura come lo strumento principe perchè un uomo possa avere un ruolo e potere nella vita".L'intervento porterà al recupero di oltre 40 mila metri quadri di edifici storici e di verde nel cuore delle architetture industriali di Ivrea riconosciute patrimonio dell'Unesco. Accanto agli eredi Olivetti, protagonista dell'iniziativa è Tim, che ha donato al Fai il convento e altri spazi finora di sua proprietà."Oggi abbiamo donato oltre 40 mila metri quadrati, fatti da questo convento, dall'area boschiva, di tante aree che venivano utilizzate anche scopo ricreativo, ludico, così erano state pensate dalla famiglia Olivetti - sottolinea Maria Enrica Danese, Direttrice Institutional Communication, Sustainability & Sponsorship di Tim -. Noi siamo impegnati sul patrimonio artistico italiano perchè pensiamo che sia un elemento chiave di rinascita e di sviluppo. La digitalizzazione può fare tantissimo in questo senso però c'è anche il bisogno di riportare alla luce dei beni che oggi non sono patrimonio del territorio e della collettività. Questo è un esempio, ne siamo orgogliosissimi".Il cantiere aprirà a metà 2024 e i lavori dureranno circa due anni.