Roma, 30 mag. (askanews) - Nel 2022 il Consorzio Nazionale Oli Usati (CONOU) ha raccolto la totalità degli oli lubrificanti usati pari a 181mila tonnellate e il 98% è stato rigenerato assicurando lubrificanti di qualità pari a quelli originari prodotti dal petrolio, generando un risparmio di circa 130 mln di euro per importazioni di greggio evitate e un importante taglio delle emissioni. Risultati ottenuti grazie a una filiera efficiente che conta 60 aziende e due imprese di rigenerazione e che, tra occupazione diretta e indotto, dà lavoro a oltre 1.200 persone. Sono alcuni dei dati emersi dal Rapporto di Sostenibilità 2022 del CONOU presentato oggi a Roma, che rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare: neanche una goccia di rifiuto pericoloso viene dispersa nell'ambiente, tutto viene recuperato e trasformato in nuova risorsa."Noi siamo un'eccellenza europea che nel 2022 ha avuto un tasso di rigenerazione di tutto l'olio minerale usato del 98%, la media europea senza l'Italia è al di sotto del 60% e questo - dichiara ad askanews Riccardo Piunti, Presidente CONOU - ci dà un'idea di quanto sia efficace il sistema di raccolta e rigenerazione del consorzio. Nel fare questo, ed è l'aspetto ambientalmente positivo, noi abbiamo risparmiato emissioni di CO2 per circa il 46% rispetto all'alternativa di produrre oli lubrificanti direttamente dal petrolio e abbiamo risparmiato emissioni nocive di tutti i tipi - sia quelle cancerogene, sia l'eutrofizzazione e le emissioni acide - di una cifra variabile tra l'80 e il 90% a seconda del tipo di inquinante. Ma non dimentichiamo l'economia. Il consorzio, nel fare questa attività di rigenerazione e raccolta degli oli minerali usati, ha evitato importazioni di petrolio per 130 mln di euro. Quindi la sostenibilità non è perdita, non è un danno da subire in termini economici, ma tutt'altro. Noi riusciamo a trovare un'economia importante all'interno di un'attività ambientalmente doverosa".I risultati presentati dal CONOU contribuiscono a fare del nostro Paese un esempio di eccellenza nell'economia circolare, che ci colloca al primo posto nel contesto europeo."Sul tema dell'economia circolare - dichiara ad askanews Stefano Ciafani, Presidente nazionale Legambiente - l'Italia ha un primato europeo che deve da una parte rivendicare anche sul territorio nazionale, perché questa cosa non si sa, e lo deve fare anche nei confronti delle decisioni che in Europa spesso si prendono perché quando siamo bravi e siamo leader, come nel caso della gestione dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi credo che l'Italia debba avere la capacità di influenzare anche le politiche europee, cosa che non sempre riesce a fare. Ad esempio sugli oli minerali usati noi siamo il Paese che raccoglie in maniera differenziata molti più oli minerali usati della Germania e li ricicla di più, perché la Germania li brucia e noi invece ne facciamo la base rigenerata per fare nuovi oli minerali".