Roma, 10 mag. (askanews) - "Pensiamo di non dare valore alla vita perché non è come noi vorremmo, perché vorremmo comunque indirizzarla secondo la nostra volontà, dimenticando che la componente umana ed esistenziale fa parte di una totalità, di una globalità, anche se non ne abbiamo la percezione. Quindi dare valore a opere e contenuti, all'interpretazione e alla lettura che l'autore e lo scrittore dà, può contribuire a cambiare la mentalità, a creare un'esperienza attraverso la lettura, che talvolta può cambiare alcune direzioni che noi diamo soprattutto se siamo attraversati dalle delusioni, dall'interruzione di quella che è la possibilità positiva. Molte volte la negatività e il dolore non sono necessari ma li devi affrontare tuo malgrado. Quindi dare valore al significato ultimo dell'esistenza, che comunque è complessiva, può contribuire a migliorare la relazione tra le persone, soprattutto in un momento in cui la violenza e la sopraffazione dilagano. Pensiamo al fatto che abbiamo ripristinato la guerra che sembrava qualcosa di assolutamente derubricato soprattutto nell'Occidente ci deve far pensare veramente se siamo consapevoli di cosa sia l'esistenza". È quanto ha sottolineato Vera Slepoj, psicologa e scrittrice, a margine della presentazione del Premio letterario "Il Libro della Vita", fondato dal Professor Diego De Leo e dalla stessa dott.ssa Slepoj, dedicato a romanzi o saggi che promuovono contenuti che danno valore positivo alla vita e all'esistenza.