Milano, 31 mar. (askanews) - Realtà virtuale, realtà aumentata e agenti conversazionali. Un progetto tecnologico per migliorare l'autonomia dei giovani con disturbi dello spettro autistico concentrandosi sulla mobilità cittadina come primo contesto da investigare. Si chiama 5A (Autonomie per l'Autismo Attraverso realtà virtuale, realtà Aumentata e Agenti conversazionali) il progetto realizzato da Politecnico di Milano con Fondazione Sacra Famiglia e IRCCS E. Medea - Associazione La Nostra Famiglia, grazie al contributo di Fondazione TIM.Le applicazioni 5A di Realtà Aumentata supportano gli utenti mentre usano i mezzi pubblici nel mondo reale, generando, su tablet o smartphone, informazioni visive che appaiono come sovrapposte alla visione dell'ambiente circostante e aiutano le persone a capire come muoversi e che cosa fare. Come ha spiegato Franca Garzotto, professoressa di tecnologia interattiva al Politecnico di Milano: "La realtà virtuale fornisce un ambiente immersivo in cui la persona può esercitarsi a fare le attività nelle quali deve diventare autonoma, ad esempio prendere il treno o la metropolitana. È un ambiente sicuro, è un ambiente predicibile, è un ambiente più accettabile per la persona con disturbi dello spettro autistico. La realtà aumentata permette nel mondo reale di vedere elementi digitali sovrapposti alla visione del mondo e dunque dare istruzioni, dare consigli, dare suggerimenti".L'agente conversazionale che si trova in entrambe le tipologie di applicazione è un personaggio virtuale che comunica con l'utente in linguaggio naturale, che è in grado di interpretare le istruzioni e le richieste di aiuto dell'utente espresse come testo o come voce, di elaborarle e perciò accompagna la persona nella sua esperienza di autonomia dal mondo virtuale al mondo reale con la realtà aumentata.Il progetto presentato al Politecnico di Milano ha mostrato due aspetti dell'autonomia: prendere un treno o la metropolitana. "Però il modello tecnologico generale, il metodo generale per affrontare questo problema è estendibile ad altri contesti. Speriamo in futuro di poterlo applicare per aiutare l'autonomia nella biblioteca, all'ospedale, nel supermarket, in tutti i contesti della vita quotidiana, come alcuni dei ragazzi con cui abbiamo fatto la sperimentazione ci hanno chiesto. Ci hanno infatti chiesto: io voglio andare da solo al supermercato, aiutaci".