Roma, 20 feb. (askanews) - "Il caso di Codogno... non era lui il paziente zero, era la signora cinese-tedesca che dalla Germania ci ha portato il virus quando è venuta a una fiera nel bergamasco, probabilmente tutto è successo lì. Non sapremo mai la verità sul paziente zero, ma alla fine abbiamo visto tutte le varianti e avevamo ragione a stare attenti alla mutazione del virus. Una cosa che sbagliammo sempre e subito fu la rincorsa verso il virus, non l'abbiamo mai anticipato. Poiché non credevano alle varianti, nessuno meteva in atto un sistema di sorveglianza genomico come fecero gli inglesi per poter anticipare il virus che cambiava. Questo ci ha fatto sempre rincorrere il virus e farci sempre soffrire". L'epidemiologo Massimo Ciccozzi del Campus Bio-medico ricostruisce così la storia di tre anni dall'inizio della pandemia da Covid-19, quando fu identificato il cosiddetto paziente zero a Codogno."Noi facemmo subito le nostre analisi evolutive - dice ad askanews - e scoprimmo subito il passaggio dal pipistrello all'uomo. Siamo stati tra i primi al mondo a dimostrare questo passaggio a causa di una mutazione"."Nel nord succede quello che succede in un evento epidemico catastrofico, perché non eravamo pronti, non eravamo preparati. Non pensavamo che il virus fosse già da noi prima di Natale", spiega il prof. Ciccozzi."Mi ricordo miei amici infettivologi che vedevano polmoniti già prima di Natale. Erano polmoniti da Covid, ne sono convinti". "La circolazione del virus - conclude nella sua ricostruzione - è datata molto prima di quanto non abbia etto la Cina e l'Oms. Poi siamo andati a caccia di questi varianti. La prima fu la DG614, non la ricordano in molti ma l'eccesso di mortalità che abbiamo visto nel Covid è dovuta proprio a questa variante, nonalla variante Alfa e Delta come pensavamo perché prendeva i polmoni".