Forlì, 2 feb. (askanews) - Nonostante il difficile momento storico, i viaggi sono in risalita. E addirittura la permanenza media dell'ultima vacanza degli italiani nel 2022 si avvicina alla durata della vacanza principale del pre-pandemia. Lo si scopre tra le pagine dell'Osservatorio innovazione digitale nel turismo del Politecnico di Milano, che ha realizzato l'ultima indagine sui viaggiatori italiani con l'obiettivo di delineare i nuovi trend legati ai comportamenti e alle esigenze dei consumatori.Francesco Giondi, Amministratore delegato gruppo Club del Sole, spiega, "Club del Sole ha deciso di supportare l'Osservatorio con l'obiettivo di diffondere la cultura del turismo all'aria aperta all'interno dell'Osservatorio stesso quindi dando e comunicando dati di turismo un po' più di nicchia negli ultimi anni. E dall'altra parte potersi confrontare ed avere dati sul turismo in generale che ci possono consentire di ottimizzare quella che è l'offerta nei confronti del nuovo turista nell'era post pandemica"."La vita è come dovrebbe essere sempre" dicono dal Gruppo Club del Sole. E come dovrebbe essere la vita di ognuno di noi? A contatto con la natura, con sole, sabbia e mare a portata di mano, in compagnia delle persone che amiamo, con il giusto mix di relax e attività fisica e sportiva."Il turista- dice Giondi - in quanto essere umano ha riscoperto i veri valori della vita e di conseguenza anche quelli della vacanza. Dovendo gestire il proprio tempo libero in vacanza può scegliere e potendo scegliere abbiamo riscontrato che sceglie sempre di più location all'aria aperta, direttamente sul mare e al contatto con la natura".In questo quadro generale di ripresa del mondo dei viaggi, e in particolare del turismo open air, a fare da protagonista è sicuramente il mondo dell'online. Come emerge dall'Osservatorio digital innovation il 53% degli utenti ha usato solo questo canale nella ricerca di informazioni e per lasciarsi ispirare nelle proprie scelte di viaggio, mentre solo il 7% ha usato il canale offline e il 31% invece ha usato entrambi. Segnali importanti per gli operatori del settore. In particolare di chi ha continuato a innovare anche nel tempo della pandemia e ha implementato i servizi di accoglienza."Noi abbiamo intrapreso questo processo di netta trasformazione dal punto di vista infrastrutturale. Noi nasciamo negli anni '70 come campeggi tradizionali, quelli sono nelle menti di tutti gli italiani e della grande cultura del campeggio e del turismo all'aria aperta che viene dal Nord Europa. Negli ultimi anni abbiamo investito tanto in una transizione che ci sta portando a essere sempre più villaggi turistici dal punto di vista del prodotto abitativo e sempre sempre meno campeggi per dare il massimo comfort al nostro cliente e turista. Dall'altra parte stiamo investendo tanto sulla parte delle esperienze e del servizio, quindi sulla ristorazione, sugli stabilimenti balneari e sul creare massimo comfort nei confronti del nostro cliente" conclude Giondi.