Bologna, 3 feb. (askanews) - Dopo il tempo della pandemia Arte Fiera a Bologna torna nel suo periodo invernale classico e inaugura la stagione 2023 delle fiere d'arte in Italia. Con l'intento di lanciare una sfida agli altri appuntamenti del calendario a partire da miart a Milano. Sfida che, come ha sottolineato Enea Righi, il collezionista che quest'anno haassunto la carica di Managing Director, vuole aiutare l'intero sistema dell'arte a crescere."Bologna ha un compito fondamentale secondo me - ha detto ad askanews - quello di recuperare l'italianità delle gallerie. Il secondo passaggio vero è recuperare questa serie di gallerie di primissimo livello e standing internazionale e farle tornare a Bologna".Anche per il direttore artistico, Simone Menegoi, per la quarta volta alla guida di Arte Fiera, si tratta di rimettersi in gioco e rilanciare la caratteristiche specifiche dell'evento bolognese. "È la sfida - ci ha spiegato - di dimostrare che Artefiera, che è una fiera che ha quasi 50 anni, può ancora dire e dare molto sul contemporaneo".Nei due padiglioni dedicati all'arte si incontrano 141 gallerie, divise in diverse sezioni, da quella principale a quelle curate. La pittura, in questa 46esima edizione, resta il medium più frequente per le gallerie, ma sono molto interessanti anche le sezioni dedicate alla fotografia e ai multipli. Il tutto con un preciso intento che unisce l'aspetto curatoriale a quello di marketing di posizionamento per la fiera. "Le altre fiere principali di arte moderna e contemporanea in Italia - haaggiunto Menegoi - puntano alla massima internazionalità. Questo offre a noi la chance di coltivare proprio le nostre radici italiane".Come è storicamente nella tradizione sia della scena artistica bolognese sia di Arte Fiera, anche quest'anno è stato dato ampio spazio alla performance, con una collaborazione con Fondazione Furla che ha portato nei padiglioni il collettivo israeliano Public Movement. Anche questo è un messaggio che viene inviato al sistema delle fiere e dell'arte in generale.