Roma, 2 feb. (askanews) - In Italia il 22% dei minori si collega a internet per oltre 5 ore al giorno e il 63% lo fa senza alcuna supervisione. I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020; mentre per quanto riguarda il cyberbullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Sono alcuni dei dati emersi dall'indagine "Tra digitale e cyber risk: rischi e opportunità del web", realizzata dal Moige-Movimento Italiano Genitori in collaborazione con l'Istituto Piepoli, che ha analizzato il rapporto dei giovanissimi con il web e i vari device intervistando 1.144 minori dai 6 ai 18 anni. La presentazione dell'indagine è stata anche l'occasione per lanciare la VI edizione della campagna per le scuole "Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro cyberbullismo e cyber risk", che coinvolge ogni anno migliaia di studenti, docenti e genitori."Il dato che ci colpisce di più - ha detto ad askanews Elisabetta Scala vicepresidente Moige, Movimento Italiano Genitori - è che ci sia un notevole incremento di casi di cyberbullismo da quando c'è stata la pandemia, ad indicare che il problema della pandemia è stato serio per i ragazzi. Sono stati forzatamente chiusi nella rete e questo purtroppo ha portato a un aumento dei casi e quindi la nostra preoccupazione: come aiutarli? Come sostenerli? Come fare prevenzione? Questo è proprio il senso di 'Giovani ambasciatori contro il cyberbullismo e il cyber risk', voler coinvolgere i ragazzi come protagonisti della loro formazione attraverso la 'peer education'. Quindi formiamo dei giovani, che vengono chiamati giovani ambasciatori che fanno formazione ai loro coetanei e diventano dei riferimenti anche in caso di episodi di bullismo. Le vittime possono rivolgersi a loro e loro sanno come comportarsi, come guidarli a parlare con gli adulti, con i genitori, con gli insegnanti o anche con le autorità. I ragazzi sono più veloci di noi nell'utilizzare la rete ma non hanno gli strumenti per difendersi, dunque dobbiamo essere noi a sostenerli ma abbiamo bisogno che qualcuno di aiuti. Quindi come associazione di genitori il primo obiettivo è aiutare i genitori a essere buoni formatori".Un lavoro di formazione necessario per portare bambini e ragazzi a utilizzare in modo consapevole la rete per evitare di rimanerne vittime. "Ormai sono anni - ha aggiunto Maria Grazia Cucinotta, testimonial Moige - che mi occupo di antiviolenza, di solito ci occupiamo di donne ma accanto a loro ci sono sempre dei bambini e da lì è nata la collaborazione con il Moige, che è importantissima perché loro si occupano proprio di monitorare, andare lì dove il bambino, il ragazzo, il teenager ha dei disagi e cerca di attirare l'attenzione dei genitori perché possano essere presenti, insegnare ai ragazzi come usare i social in modo che non diventino delle armi contro se stessi".