Roma (askanews) - E' la storia di un'amicizia forte, profonda, che va oltre il limite del tempo e della distanza quella raccontata nel film "Le otto montagne", nei cinema dal 22 dicembre. Alessandro Borghi e Luca Marinelli sono tornati a recitare insieme tra le cime e le valli raccontate da Paolo Cognetti nel suo libro, da cui Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch hanno tratto il film. I due protagonisti si incontrano da bambini in un villaggio spopolato: uno resterà sempre lì, fedele alla sua montagna, e l'altro tornerà nel tempo per riallacciare quel dialogo fatto di condivisione e complicità. Borghi spiega: "E' una storia di due esseri umani che si riconoscono a distanza e poi vengono legati da una cosa che anche allontanandoli li tiene sempre legati. Io ho pensato molto spesso che in qualche modo Pietro e Bruno avessero molto a che fare con Vittorio e Cesare di 'Non essere cattivo'.Quella connessione che c'è tra le persone che riescono ad amarsi per davvero, a riconoscere l'importanza dell'amore e di trovare un modo di comunicare anche con chi apparentemente non la pensa come lui".I due attori sono tornati a recitare insieme a 7 anni da "Non essere cattivo". La profondità del loro legame è stato fondamentale per rendere in maniera così limpida e sincera la storia di amicizia raccontata nel film. A proposito di questa esperienza intensa ed estrema e della loro amicizia i due protagonisti raccontano:"Siamo tornati pieni di cose da elaborare, che avevano molto a che fare con questa fase nuova della nostra amicizia che è riesplosa condita dalla montagna, è come se avessimo avuto tutta un'altra serie di cose di cui parlare, alle quali rapportarci, è stato bellissimo.A me ha cambiato tanto e soprattutto m'ha confermato il bisogno di avere a che fare con la montagna, in una maniera profonda, intima"."Non c'era più stata la possibilità di rigiocare assieme, siamo rimasti amici ma non eravamo più stati colleghi. Mi ricordo che ero nervosissimo quando abbiamo fatto il provino assieme, perché ritornavamo lì ed era come una prima volta di nuovo. Però poi è stato ritrovare un collega di lavoro meraviglioso.Quella complicità fa parte della nostra amicizia ma fa parte anche del modo in cui affrontiamo questo mestiere, di come ci fidiamo uno dell'altro".