Terapie digitali, una nuova frontiera da esplorare per i pazienti

Askanews 2022-12-16

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Milano, 15 dic. (askanews) - Si è tenuto presso la SDA Bocconi School of Management l'evento annuale del LIFT Lab dedicato alle terapie digitali, realizzato in collaborazione con Motore Sanità. Ma che cosa sono esattamente le terapie digitali?"Semplicemente le terapie digitali - ci ha detto Patrizio Armeni, Associate Professor of Practice alla SDA Bocconi - sono come dei farmaci, ma invece di essere un principio attivo chimico, delle molecole, sono delle soluzioni digitali. Significa che sono delle terapie somministrate attraverso delle app o dei visori, per esempio, attraverso l'interazione digitale tra un medico e un paziente e sono terapie vere e proprie, perché utilizzarle produce cambiamenti nella salute della persona".La SdA Bocconi ha lanciato il LIFT Lab per studiare le condizioni migliori per trasformare le innovazioni di laboratorio e i brevetti in nuovi business per la sanità e le scienze della vita. Un processo che ancora deve essere perfezionato, pur a fronte di una ricerca di assoluta eccellenza."Ancora manca un po' la cultura di lavorare in team in modo esteso, lavorare in modo trasversale - ha aggiunto Anna Gatti, direttrice del LIFT Lab di Sda Bocconi - il che significa pensare nell'ottica di un processo, pensare ai requisiti regolamentari, a quali sono le esperienze dei pazienti, o ancora pensare all'ottimizzazione delle procedure per il medico o l'istituzione".In questo senso è significativo il ruolo di chi, come il laboratorio universitario, fa da mediatore tra i vari soggetti coinvolti. "Quello che noi vogliamo - ha aggiunto il professor Armeni - fare è mettere insieme le istituzioni, le imprese, i medici e i pazienti per cercare di capire un po' meglio queste tecnologie ed evitare di lasciarle nell'ambiguità e quindi aiutarli ad avvicinarsi alla vera utilizzazione".E di conseguenza avvicinarsi non solo a delle possibilità di business, ma anche alle persone. "È proprio un diverso modo di pensare la soluzione - ha concluso la professoressa Gritti - perché il rischio più grande che abbiamo è quello di avere delle soluzioni che non rispondono ai bisogni dell'utente, perché in questo modo noi falliremo il bisogno dell'utente".Tecnologia e sviluppo d'impresa, dunque, ma con l'obiettivo di migliorare la qualità della vita e delle cure alle persone.

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