Milano, 2 dic. (askanews) - Più di 6 medici italiani su 10 sono preoccupati per il cambiamento climatico e soprattutto per gli impatti che il riscaldamento globale può provocare sulla salute dei propri pazienti. E' a dir poco sorprendente la fotografia che emerge dall'indagine condotta da Univadis Medscape Italia su un campione di 1.393 medici - 711 uomini e 483 donne prevalentemente dai 45 anni in su - per capire quali siano le problematiche etico-sociali in cima alla scaletta delle preoccupazioni dei camici bianchi."Il risultato veramente che ci ha colpito è che in tutti i paesi e in particolare in Italia la prima preoccupazione sociale diciamo così in generale dei medici è il cambiamento climatico - ci spiega Daniela Ovadia, direttrice di Univadis Medscape Italia e autrice del report -. Per il 62% del campione questo è diventato il problema e non solo: molti di loro dicono di averne già visto gli effetti sulla salute propria o dei propri pazienti. Probabilmente le estati calde o la siccità hanno inciso sulla salute dei loro pazienti. Questo è un dato veramente che non corrisponde a risposte che abbiamo avuto anche pochi anni fa sempre da campioni di medici di tutto il mondo. Vuol dire che il tema del cambiamento climatico da essere un tema politico, oggetto di dibattito il generale, è diventato un tema di vita quotidiana anche per i medici".Per il 22% dei medici intervistati il principale elemento di preoccupazione è invece rappresentato delle diseguaglianze in sanità: "E' secondo noi un riflesso indiretto della situazione di difficoltà che sta vivendo il Sistema Sanitario Nazionale - chiarisce la direttrice di Univadis Medscape Italia -. E' su tutti i giornali la difficoltà di accesso alle visite specialistiche, al pronto soccorso, le lunghe liste d'attesa che spingono i pazienti verso il privato. E sicuramente i medici e in particolare i nostri lettori che sono in gran parte medici di famiglia vedono di riflesso il peso di questa cosa sulle diverse fasce sociali: chi ha i soldi riesce comunque a trovare una soluzione, chi non li ha entra in questo vortice delle lunghe attese che hanno ovviamente anche un effetto in termini di ritardo diagnostico".E se la quota dei medici preoccupati per l'obbligo di vaccinazione anti Covid si assottiglia al 10%, sale la percentuale di chi è allarmato per il boom di casi di violenza domestica: "Evidentemente - ci racconta ancora la professoressa Ovadia - i nostri medici sono medici di famiglia vedono crescere questo fenomeno. Lo vedono crescere non solo in termini di violenza verso le donne ma anche in generale di violenza verso gli anziani, e ne misurano gli effetti sulla salute dei loro assistiti".Molti, infine, quelli che dalla preoccupazione passano all'azione: "I medici sono sempre stati storicamente una categoria impegnata socialmente, altrimenti non si fa questo mestiere - evidenzia ancora l'autrice del report - però il 35% di loro ha effettuato donazioni alle varie cause di cui abbiamo parlato, 3 su 10 hanno fatto volontariato in prima persona, non necessariamente solo volontariato di tipo medici, anche volontariato di tipo sociale, il 15% ritiene che i medici debbano dimostrare la propria preoccupazione in particolare per il cambiamento climatico attraverso i canali social o attraverso proteste in prima persona, ben il 13% dei nostri lettori ha partecipato personalmente a proteste di piazza".