https://www.pupia.tv - Riproduzione musicali abusive e lavoro nero. Questi i primi risultati dei controlli avviati già nello scorso fine settimana, dai finanzieri del Comando Provinciale di Pescara nell’ambito del piano d’azione “Play the Game”, una campagna di interventi mirati per verificare il rispetto delle regole a tutela della salute, della concorrenza e, più in generale, della sicurezza economico-finanziaria.
Specie durante le vacanze estive nelle principali località balneari della provincia adriatica, dove proprio in questo periodo l’incremento significativo della domanda di beni e servizi legati soprattutto al turismo, all’intrattenimento e al tempo libero può favorire chi intende approfittarsene a tutti i costi, in barba alle norme.
Il programma operativo include attività per la prevenzione e il contrasto degli illeciti in materia fiscale, nonché dello spaccio di sostanze stupefacenti, della contraffazione e della pirateria audiovisiva. Ed è proprio presso uno stabilimento balneare della riviera adriatica, in occasione di un evento della movida pescarese, che le Fiamme Gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria e del Gruppo, con l’ausilio delle unità cinofile e degli agenti della Siae, hanno accertato violazioni nell’ambito del diritto d’autore e del lavoro nero.
È qui che sono state scoperte contemporaneamente irregolarità in più campi. All’evento, a fronte di circa 500 persone presenti, erano stati ufficialmente venduti poco più di un centinaio di tagliandi d’ingresso, con un danno per l’Erario di parecchie migliaia di euro. Inoltre, sono stati finora individuati un lavoratore in nero e diverse posizioni dubbie sono al vaglio degli investigatori.
Sequestrati anche svariati dispositivi elettronici con decine di gigabyte di file musicali abusivamente duplicati e privi di autorizzazione per la riproduzione, per cui sono stati denunciati alla locale Procura della Repubblica 3 soggetti per violazione della Legge sulla protezione del diritto d’autore, che prevede un rischio di reclusione da sei mesi a tre anni e di una multa che arriva a superare i 15mila euro. (27.07.22)