La Luiss School of Government forma i diplomatici africani 2.0

Askanews 2022-07-21

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Roma, 21 lug. (askanews) - Tre settimane per favorire lo sviluppo di conoscenze e competenze della futura classe dirigente africana. Ma anche l'occasione per approfondire le relazioni con l'Italia, anche nell'ottica di Roma2030.L'Executive Master in Global Public Diplomacy and Sustainable Development, un progetto realizzato dalla Luiss School of Government in collaborazione con Farnesina e Unitar, ha messo di fronte trenta diplomatici Under 40 provenienti da 19 Paesi africani - selezionati tra oltre 200 candidature - alle nuove grandi sfide di politica estera e interna: sicurezza informatica, city diplomacy, data governance e sicurezza alimentare globale. "Gli obiettivi di questo Master - spiega il prof. Giovanni Orsina, direttore della Luiss School of Government - sono puntati a contribuire al miglioramento della qualità dell'amministrazione pubblica dei Paesi africani e a costruire ovviamente rapporti di buon vicinato tra l'Italia e i Paesi africani. (.) Siamo in un momento in cui sta tornando lo stato e per tutti quanti i Paesi si pone il problema della riqualificazione del personale pubblico, della ricostruzione e dell'approfondimento delle capacità anche degli apparati diplomatici". Le lezioni si sono svolte nella sede della Luiss di viale Romania, con professionisti delle relazioni internazionali che hanno affiancato i docenti della Luiss School of Government."E' stata un'esperienza formidabile", racconta Gloria Wanje Kobage, dal Kenya, "abbiamo beneficiato del contributo di vari esperti in diversi campi e questo è ovviamente importante considerato lo stato attuale della diplomazia globale, dove ci sono molte aree tematiche interconnesse e che si influenzano a vicenda. Per il diplomatico moderno è fondamentale avere dimestichezza con una vasta gamma di aree: penso che il programma sia stato portato avanti molto bene e ne abbiamo beneficiato in termini di conoscenza, anche su questioni emergenti che stanno avendo un impatto sulla sfera globale e dunque anche sul nostro lavoro".

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